Oggi sono molto triste.
Proprio ieri, 13 Marzo 2021 alle ore 17:00, il Covid si portava via un altro pezzo della fotografia Contemporanea.
Giovanni Gastel, non c’è più.
In questo articolo non vi racconterò chi era Gastel quali erano le sue origini e con quanta forza e passione decise di dedicarsi all’arte fotografica, non vi racconto con quanta genialità affrontava ogni singolo progetto fotografico e di come riusciva ad emozionare tirando fuori in ogni scatto l’anima delle persone.
Vi dico solo che la notizia è stata battuta da qualche testata nazionale senza, a mio avviso, il giusto risalto, senza quasi comprendere la grandezza di un uomo, elegante, illustre, raffinato e arguto che ha ispirato milioni di fotografi in tutto il mondo per la sua delicatezza ritrattistica, eleganza estetica e formale e ricchezza espressiva.
Il ministro Franceschini ha commentato: ““La fotografia italiana perde un grande protagonista amato e stimato in tutto il modo. Un artista originale, garbato e dal profondo senso estetico che con i suoi scatti ha saputo ritrarre e cogliere l’intimità dei grandi personaggi della moda e della cultura internazionale. Solo qualche mese fa ho avuto l’onore di visitare insieme a lui la sua ultima bellissima mostra al MAXXI che ha documentato una parte importante del suo lavoro d’artista in oltre quarant’anni di attività. Ci mancheranno la sua arte e la sua intelligenza”.“
Ma in Italia non possiamo ridurre il tutto ad un commento estemporaneo, non passiamo continuare ad annichilire e banalizzare la cultura fotografica privandola dell’importanza che merita relegandola ad una nicchia di appassionati e professionisti che giorno dopo giorno cercano di alimentare un pensiero critico. Poche mostre (oggi nessuna), pochi eventi pubblici (oggi nessuno), poca la lucemediatica sulla fotografia italiana d’autore.
Inutile dirlo… non fa audience… ma semplicemente perchè, sempre a mio avviso, non vi è una sana cultura fotografica diffusa, ma solo una continua speculazione commerciale fatta di megapixel e foto perfette di trend e best topic.
Signori Non è il mezzo che fa un fotografo ma la sua visione, la sua percezione e la sua anima.
Ho sempre più l’impressione che il nostro caro mezzo fotografico, la sua democratica diffusione e la sua apparente semplicità di realizzazione sminuisca il valore concettuale ed artistico che alimenta ogni singolo scatto. Alla massa di persone comuni, intente a postare i propri scatti nei propri profili a caccia di like e di pubblica approvazione per un mero compiacimento personale, la notizia è passata muta insieme a mille altre informazioni a cui abbiamo ahimè ormai fatto l’abitudine.
Sento dire… “Ah si…l’ho sentito è morto un altro fotografo… tu lo conoscevi?” oppure “si ho sentito la notizia su fb… forse era importante?… Che vuoi farci, il covid sta ammazzando un mare di persone… è morto pure Raul Casadei”.
La morte è mancanza, assenza, vuoto… la morte non fa distinzione di genere e idee…la morte da senso solo alla parola fine… la morte è morte ed è uguale per tutti…lo so è una livella (cit. Totò). Ma è anche vero che con la morte di un artista perdiamo un valore e una ricchezza umana incredibile; la possibilità di godere di nuove intuizioni e sue personali visioni ispiratrici.
Siamo assuefatti dalla superficialità e la fotografia ne è intrisa.
Questo il sito Giovanni Gastel Official Site
Per chi vuole lasciarsi ispirare ecco una bellissima video/intervista a Giovanni Gastel pubblicata su Art Tribune il 18 dicembre 2019.