Quest’anno mentre soggiornavo ad Hammamet, ho deciso di fare una street session nei luoghi poco frequentati dai turisti… volevo osservare la vita di ogni giorno e muovermi in essa con la mia m6. Ormai si sà che il turismo contamina… ed Hammamet, nel suo splendore, non si sottrae alle influenze esterofile, che alterano la quotidianità, snaturando, spesso in modo grottesco, i costumi del luogo.
Basti pensare alla Nuova Medina, che più che essere una Medina è una specie di parco divertimento per turisti ove venditori di ogni genere cercano di propinare finti affari ad ingenui viaggiatori.
NABEUL
Avevo sentito parlare di Nabeul, cittadina costiera nota per il suo mercato di ceramiche del venerdi…mi era stato detto che andando oltre il mercato turistico, passando per gli stretti vicoli del souk, si accedeva ad un mercato locale, frequentato solo da gente del posto ed in cui ritorna la durezza della vita di ogni giorno.
Presi un autobus e dopo un’ora circa arrivai in questa piccola cittadina…iniziai a camminare… camminare… fino a quando i turisti iniziarono a lasciare il posto all’apparente poco interessante quotidianità.
D’un tratto all’uscita dall’ennesimo vicoletto, mi ritrovai in un mercato stretto stretto, pieno di colori e odori, con tanta gente indaffarata ad acquistare carne, spezie, stoffe, assolutamente indifferente alla mia presenza. Ero uno straniero, buffo e fuori luogo, osservato con diffidenza dai grandi e con ilarità dai piccoli, presi la mia leica m6 con su una Superia 200 e iniziai a scattare… il 21mm mi permetteva di stare vicino e abbracciare ampie scene, l’esposimetro al collo di misurare le condizioni difficili date dalla luce del mezzogiorno e dalle nere ombre degli stretti vicoli del souk.
E allora, ti rendi conto che che tutto inizia a muoversi lentamente, inizia ad emergere l’orgoglio e la dignità di un popolo e delle sue tradizioni, ecco dunque la mia street session tra le vie di questo tipico mercato mediterraneo.
FILM STREET PHOTOGRAPHY
Fotografare su pellicola ti pone in una condizione mentale molto strana, prevedi la foto, prepari tempo e diaframma secondo le indicazioni di un misuratore attaccato al collo… ti avvicini e scatti… in testa ti resta il suono dell’otturatore che si chiude e il ricordo di quel momento… il resto lo scoprirai solo dopo lo sviluppo. La tua percezione del mondo si arricchisce della consapevolezza degli stop di differenza tra luci ed ombre, ed allora ad ogni passo, la tua mano ruota la ghiera dei tempi in una sorta di danza tra sovra e sotto esposizione, sei attento al mondo e distratto da tutto il resto…
Alla prossima
Andrea