Dove imparare la street photography?
Ecco la domanda più banale e al tempo stesso più complessa che potreste mai farvi sull’argomento. Se girate un po’ su internet troverete tante risposte: nei libri fotografici, guardando le immagini dei grandi, guardano video su youtube, leggendo libri di tecnica, leggendo saggi di fotografia, iscrivendovi in questo e quell’altro gruppo, frequentando questo o quell’altro workshop… tutto giusto… ma…
A mio avviso, il modo più efficace per imparare la street photography è scendere in strada e praticarla!
Tutti le risposte sopra citate, sono tutte egualmente valide: vi daranno la tecnica, vi insegneranno cosa osservare, come osservare, vi insegneranno a cosa stare attenti o come impostare la vostra fotocamera, ma una volta in strada… parliamoci chiaro…tutto cambia, tutto è veloce, tutto è li, ma celato da una apparente banalità…tutto diventa istinto.
Siete solo voi con la vostra macchina fotografica davanti ad un continuo fluire di vite, solo l’esperienza vi darà quella sicurezza per avvicinarvi alle persone, solo la pratica e la perseveranza vi permetterà di ottenere quello scatto desiderato o di raggiungere in tempo la corretta posizione prima che il momento decisivo si materializzi davanti ai vostri occhi.
L’ESPERIENZA NON SI INSEGNA, MA SI TRASMETTE
A meno che non viviate la vostra vita in strada, non potrete mai vivere tutte le possibili esperienze che la strada ci offre; tuttavia il confrontarsi con altri street photographer è un ottimo modo per capire e comprendere possibili comportamenti. Quando scegliete un workshop ad esempio, non sceglietelo solo per l’argomento o per i temi trattati, non si può imparare la storia della fotografia o tutte le tecniche usate nella street in un paio di giorni o in poche ore di incontro. Tuttavia potrete certamente trarre moltissimo dagli aneddoti o dall’esperienza diretta di chi tiene il workshop. L’esperienza si può tramandare! L’esperienza altrui porta sempre a degli spunti di riflessione personali che si esplicano alla fine in una reale crescita.
Recentemente parlando con Eolo Perfido (noto fotografo per lavoro e street photographer per amore, docente di street nei workshop della Leica Academy) mi sono reso conto come la condivisione dei punti di vista, il match-up delle esperienze sia fondamentale in qualunque percorso di ricerca e che l’umiltà mista alla curiosità sia il motore comune di chi ama la street e la fa con passione.
FARSI ISPIRARE DALLA LETTERATURA ITALIANA
Sul fronte dei libri, andrò anche questa volta contro corrente e vi dirò che leggere i libri di fotografia fa bene ma leggere la letteratura fa molto meglio. Dalla letteratura romanzesca si impara a descrivere in immagini quello che viene detto con le parole. Le descrizioni di molti autori sono così meticolose ed attente ai dettagli che rendono la quotidianità una cosa meravigliosa. Molti autori italiani sono street photographer sulla carta e la penna è la loro fotocamera. Non per niente il maestro Ferdinando Scianna (Magnum Photos) ebbe una profonda e sincera amicizia con Leonardo Sciascia il quale scrisse diverse prefazioni ai suoi libri fotografici. Indimenticabile quella sulla sua prima pubblicazione “Feste religiose in Sicilia”:
«Ma una festa religiosa, che cosa è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto, tranne che una festa religiosa (ma con una grande eccezione, come vedremo). È, innanzitutto, una esplosione esistenziale. Poiché è soltanto nella festa che il siciliano esce dalla sua condizione di uomo solo». [prefazione Leonardo Sciascia]
Io sono siciliano e ovviamente prediligo tali letture, che nonostante i quasi quarant’anni di differenza alla fine rimangono assolutamente attuali:
Ogni terra e ogni luogo ha i suoi, più o meno, famosi scrittori,
le loro parole possono insegnarci a scrivere con la luce.
Buona lettura.
Andrea
Ciao Andrea, abbiamo già avuto modo di scambiarci pensieri, quindi sai che ti seguo (non solo qui) e che apprezzo il tuo lavoro.
Volevo chiederti un consiglio, tu che hai una situazione per certi versi simile alla mia e di quella di molti altri, ossia non da fotografo professionista ma da amatore, anche se ben piazzato e quotato, ne tuo caso.
Presupponendo che un fotoamatore faccia foto discrete, che conosca bene la tecnica e che si abbeveri alla fonte dei grandi e meno grandi maestri, dai contemporanei fotografi più o meno conosciuti, tramite letture di libri, mostre fotografiche, workshop, frequenza di associazioni fotografiche, siti web, social tipo Flickr, etc. qual’è il consiglio che potresti dare per fare il “grande passo”, ossia, sempre da non professionista, per avere più visibilità sulla scena, nel contesto. E’ solo questione di “fortuna”, che magari premia tanto impegno, passione e tempo dedicato (oltre che talento innato, ovviamente), ma alla fine devi trovare qualcuno, al posto giusto e nel momento giusto, che ti nota e ti porta avanti e ti fa conoscere, oppure (e/o) c’è qualche suggerimento pratico per avere qualche chances in più? Sempre da non professionista, ovviamente, altrimenti il discorso cambia e di tanto. Grazie ancora
Ciao Camillo, grazie per il tuo commento.
Inizio con una precisazione, il fotografo professionista è colui che si guadagna il pane con la fotografia, dunque in Italia, basta l’apertura di una partita iva per diventarlo; l’amatore è, a mio avviso, un privilegiato, il quale vivendo d’altro può praticare con “amore” e senza ansia da prestazione la sua passione. Questo significa dunque che non dovendo portare a casa necessariamente un risultato si ha a disposizione il “tempo”… molto tempo!
Il tempo ti permette di entrare nelle storie, approfondire, affrontare le proprie incertezze, provare; la libertà “economica” invece ci regala il lusso di poter osare, sbagliare e addirittura non scattare senza ripercussioni, se non quelle di una crescita culturale e tecnica.
Tornando alla tua domanda… in pratica mi chiedi la formula magica del successo! Be’ non esiste! Hai scritto che mi percepisci come ben piazzato e quotato… ma ti assicuro che la mia percezione e tutt’altra. Mi sento un amatore come tanti altri alla continua ricerca dalla propria visione. Lo studio è fondamentale, devi studiare e poi studiare e poi osare e poi ancora studiare… ma non vedere questo approccio come un mezzo per un traguardo! Sarebbe un errore grave! Vedilo come un semplice piacere, che gratifica e colma ancor più la tua passione.
Il proporsi, la ricerca di visibilità, il mettersi in gioco con i vari concorsi che via via vengono banditi è importante! Sia per se stessi, come metro di giudizio del proprio lavoro, che per gli altri, che non conoscendoti. ti giudicano spesso per una attestazione ufficialmente riconosciuta. Ma ricorda anche questo lascia il tempo che trova. Se ti dicessi chi è arrivato primo al Word Press del 2009, sono sicuro che non lo ricorderesti. Dunque il punto non è tanto vincere questo e quel concorso, arrivare a questo o quell’altro risultato.
L’importante è avere qualcosa di interessante da dire, in un modo proprio e personale che non sia confuso con le mille altre parole.
Chiunque studiando può arrivare a 100, ma solo pochi arrivano al 101 ed è proprio quel “UNO” che fa la differenza. Un “UNO” fatto da talento, esclusività di espressione, esclusività di approccio ecc ecc. Un uno talmente imprevedibile che varia da grande autore ad autore.
Dunque in definitiva l’unico consiglio che posso darti e che in realtà do anche a me stesso è quello di perseverare nel tuo percorso, godendone ogni attimo come un privilegio, osando e partecipando a contest, concorsi, letture di portfolio, condividendo le tue esperienze con gli altri…e se alla fine la tua visione avrà i requisiti per emergere, emergerà!
Le conoscenze e i casi fortuiti della vita possono solo accelerare tale processo ma comunque secondo me alla fine se si hanno i requisiti necessari si esce lo stesso dal mucchio (vedi Vivian Mayer o i numerosi lavori di autori postumi). Dunque il grande salto a mio avviso lo fai quando la gente percepisce i messaggi delle tue foto semplicemente guardandole e senza alcuna didascalia… per me questo è il vero miracolo della comunicazione visuale.
Saluti,
Andrea
…condivido in pieno
complimenti Andrea!
/Stefano Cerquetani