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Sentirsi liberi di fare, agire, fotografare è una potenzialità che spesso si perde con l’esposizione mediatica, a poco a poco si rientra in schemi mentali e logici ben distanti dalla pura espressione creativa, si pubblica di meno, ci si espone di meno, si evita di cedere all’apparente banalità di immagine, spesso fonte di crescita e ci si perde in logiche di marketing che spesso annichiliscono la capacità di esprimersi in modo diverso e alternativo.

Essere liberi significa non essere schiavi delle mode e delle tendenze, significa percorrere la propria strada nel bene e nel male, osando e sbagliando, cadendo e rialzandosi senza mai aver paura del giudizio altrui ma considerando questo come un’indicazione di massima, un parere “importante”,  ma pur sempre un singolo parere tra milioni.

Essere liberi significa anche non aver la responsabilità di scelte convenzionali ma andare contro corrente e decidere di tornare alla pellicola quando il mondo diventa sempre più digitale.

Chi legge questo blog, sa già che sono stato sempre attratto dalla pellicola, chi ha letto i miei scritti sa già che da qualche anno ho ripreso a fotografare su negativo affiancando l’analogico ad una sempre più attenta produzione digitale. L’odore della pellicola, degli acidi di sviluppo, il suono dell’otturatore e dell’avanzamento del rullo ha sempre fatto vibrare le mie corde ponendomi in uno stato di piacere al di là del risultato ottenuto.

30 GIORNI CON LEICA M6

il 24 Maggio scorso, giorno del mio trentanovesimo compleanno, il postino ha bussato alla mia porta con un pacco; dentro una Leica M6 non TTL nuova di pacca. Si esatto! Nessun graffio, imballi originari anche se un po’ ingialliti dal tempo, l’ho acquistata da un piccolo negozio di Torino che a suo volta l’aveva ottenuta dalla collezione privata di un conte deceduto da poco (almeno così mi è stato raccontato)

IMG 4389 667x500 - I miei primi 30 giorni con Leica M6 - fotostreet.it

IMG 4391 667x500 - I miei primi 30 giorni con Leica M6 - fotostreet.it

Una M6 nera mai usata, con tutti gli imballi e le garanzie di un tempo… la garanzia ha su scritto a macchina: “Garanzia Valida fino al 31/10/1993”.  Presumo dunque che se all’epoca la garanzia era di un anno,  questo  gioiello ha appena 25 anni sulle spalle. Il venditore, centro autorizzato Leica, aveva già provveduto a fare tutte le verifiche del caso sul funzionamento del telemetro e della macchina tutta, dunque… una M6 meccanicamente perfetta.

Quel giorno gli occhi brillavano di emozione e di commozione per la responsabilità che una tale macchina da alla mia produzione; in passato ho avuto la possibilità di scattare con diverse Leica digitali ma il fascino di una meccanica a pellicola è cosa ben diversa.

IL PRIMO RULLO

Tolgo il fondello, ho letto le istruzioni e ho caricato il primo rullo: Kodak Ultramax 400 (ne avevo acquistato un paio la settimana prima)…ho iniziato a scattare.

Schermata 2017 07 07 alle 00.40.31 970x500 - I miei primi 30 giorni con Leica M6 - fotostreet.it

 

 

Ad oggi, pur portando la digitale nelle mie trasferte (per mera precauzione psicologica)  ho solo scattato a pellicola… finiti i due rulli a colore, ho iniziato con Kodak TriX 400 in bianco e nero, che a breve  svilupperò provando degli acidi mono bagno.

Questo è quello che ho provato e compreso dopo i primi 30 giorni di street photography con Leica M6

  1. Non hai più il pensiero di dover caricare le batterie… la macchina è sempre funzionante
  2. Osservi con maggior attenzione
  3. Eviti gli scatti inutili
  4. Porti ad un livello superiore la tua capacità di lettura della luce
  5. Impari ad aspettare ancor più il momento decisivo
  6. Affini la capacità di prevedere le scene
  7. diventi ancor più invisibile (il corpo è piccolo e si perde tra le mani)
  8. Impari a conoscere le pellicole e la loro resa cromatica
  9. Smetti di fare post-produzione… almeno per il colore, l’immagine è già pronta
  10. Riscopri una tridimensionalità degli scatti impressionante
  11. E indubbiamente con una Leica al collo… sei un figo pazzesco 😉


RIFLESSIONI

Ho sempre pensato che ogni mezzo fotografico qualitativamente superiore debba essere inteso come un traguardo di una “gavetta” portata avanti nel tempo passo dopo passo;  sono ancor più convinto che tale traguardo diventi un nuovo punto di inizio per un approccio ancora più espressivo e comunicativo. Ho sempre inteso i limiti di una fotocamera come “sfide” per trovare soluzioni differenti alla mia espressione fotografica, ho cambiato fotocamera solo quando per motivi tecnici ha iniziato a limitare la mia capacità di comunicazione. Con questa Leica… sto vivendo un paradosso: per andare avanti nella mia fotografia sono dovuto andare indietro di ben 25 anni.

Leica è  pura essenza della fotografia…
hai i tempi, i diaframmi e la luce…
il resto è solo la mia bislacca visione del mondo e
uno strampalato approccio street alla vita di ogni giorno.

 

Keep’n Touch
Andrea 😉

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