Che centra Ansel Adams con la Street Photography?
Apparentemente nulla! Adams è uno dei più importanti fotografi del ‘900, noto per le sue foto in bianco e nero dei parchi nazionali americani; era un attento osservatore, rigorosissimo nella composizione e altrettanto geniale nello sviluppo. Scrisse numerosissimi libri di fotografia lasciandoci in eredità delle autentiche pietre miliari nel campo didattica fotografica.
Al di là della composizione e della sua indiscussa qualità fotografica, il maestro Adams ideò il “sistema zonale”: una tecnica di sviluppo del bianco e nero che trova anche oggi, con i moderni metodi di sviluppo digitale, importanti applicazioni pratiche.
Cos’è il SISTEMA ZONALE?
Il sistema zonale è una metodica che permette di controllare il contrasto e la luminosità di una foto in modo veramente accurato; si basa sull’identificazione, nella nostra foto, di 10 zone rientranti in una perfetta scala cromatica che va dal nero assoluto al bianco puro.
Sulla pellicola la sua applicazione deve, per forza di cose, avvenire a monte, cioè prima dello scatto, valutando sempre la migliore esposizione capace di fornire il numero maggiore di zone, le quali a loro volta, verranno poi enfatizzate e trattate durante lo sviluppo.
Nel digitale tutto diventa più semplice; una buona esposizione di partenza e un buon file RAW permettono di applicare il sistema in post-produzione ottenendo un bianco e nero con una profondità ed un contrasto sbalorditivo.
Premettendo che nella fotografia digitale la scala tonale di Adams è limitata ai gradi di gamma dinamica della nostra fotocamera (tra 5 e 8), è possibile sviluppare i nostri “negativi digitali” in bianco e nero facendo attenzione ad individuare le 10 zone. Per far questo, possiamo servirci di strumenti come le curve per identificare tali zone, tenendo sempre bene a mente che la differenza tra una zona e l’altra deve corrispondere ad 1 stop.
ECCO LE 10 ZONE DI ADAMS
Zona 0 corrisponde al nero assoluto. Non sono distinguibili dettagli e trame.
Corrisponde al al valore 0 degli istogrammi digitali.
Zona 1 leggermente più chiara della prima. Non sono ancora visibili trame.
Corrispondende al valore 26 degli istogrammi digitali
Zona 2 è un grigio scuro, sono presenti i primi dettagli.
Corrispondende al valore 51 degli istogrammi digitali
Zona 3 In questa zona sono presenti elementi molto scuri e con pochi riflessi, tuttavia i dettagli sono distinguibili. Corrisponde al valore 76 degli istogrammi digitali.
Zona 4 Fogliame scuro, pietre scure, o zone in ombra.
Corrisponde al valore 103 degli istogrammi digitali.
Zona 5 Grigio medio (18%), presente nelle carnagioni scure o pietre grigie.
Corrisponde al valore 128 degli istogrammi digitali.
Zona 6 Questo è il valore medio della pelle delle popolazioni europee o delle pietre chiare.
Corrisponde al valore 152 degli istogrammi digitali.
Zona 7 Carnagione molto chiara, neve liscia con illuminazione laterale.
Corrisponde al valore 178 degli istogrammi digitali.
Zona 8 Bianchi con trama e sfumature soft, neve con trame superficiali poco accennate, alte luci su pelle normale. Corrisponde al valore 205 degli istogrammi digitali.
Zona 9 Bianco senza trama superficiale ma comunque leggermente più scuro del bianco puro.
Corrisponde al valore 230 degli istogrammi digitali.
Zona 10 Bianco puro, nessuna trama, nessun dettaglio.
Corrisponde al valore 255 degli istogrammi digitali.
Identificate le 10 zone di Adams nella nostra foto, basterà “aggiustarle” agendo ad esempio su contrasto o la luminosità; questo renderà il nostro bianco e nero profondo, e ricco di dettagli.
Applicato alla street photography, questo metodo ci permetterà di ottenere foto molto più espressive e con una dinamica cromatica veramente interessante.
Io sono solito sviluppare le mie foto in Lightroom e per le situazioni complesse in Silver Effex di Nik Software. In entrambi i casi, i questi software mettono a disposizione tutti gli strumenti necessari per una ottimale applicazione del metodo.
Di seguito alcuni scatti, sviluppati con l’applicazione del sistema zonale 🙂
Buona camera bianca a tutti voi!
Ciao Andrea,
approfitto di questo interessante post per chiederti un consiglio su come meglio applicare questa tecnica. Io generalmente utilizzo Photoshop CS3 per la post produzione (dopo un breve passaggio in Camera Raw) e non ho mai preso in considerazione l’opzione del software Nikon. Dai quello che vedo però potrebbe essere una valida opzione!
Grazie in anticipo per un feedback. Lorenzo
Ciao Lorenzo,
avere un flusso di lavoro veloce ed efficiente è importante in fotografia. L’applicazione della tecnica con photoshop è un po’ articolata rispetto a strumenti nati esclusivamente per lo sviluppo del bianco e nero digitale come Silver Effect. In grandi linee si procede in questo modo:
In altre parole, la spiegazione del metodo è veramente complessa e può presentare diverse varianti a seconda della molteplicità dei toni presenti sulla foto. Ovviamente il tempo necessario per un corretto sviluppo è elevato e, a mio avviso, è giustificabile solo per foto fine art.
Per la street photography, ti consiglio vivamente l’utilizzo di lightroom con magari Silver Effect Pro 2 di Nik che con i suoi u-point ad oggi non ha eguali nella resa del bianco e nero digitale.
Del resto come dice Alex Webb, il negativo è come uno spartito musicale la post produzione la sua interpretazione.
Buona postproduzione,
Andrea
Oso: e per quanto riguarda il workflow su Silver Efex?
Utilizzo parecchio il programma della Nik Software e mi piacerebbe comprendere come è possibile lavorare sul sistema zonale!
Ciao Francesco, il workflow su SilverEfex2 risulta sempre essere veloce e veramente stimolante.
Aperta la tua foto, in basso a destra troverai il pannello “lente istogramma”; passando il mouse sopra, appariranno le 10 zone di grigio già automaticamente identificate da Silver Efex.
Cliccando su ogni singolo quadratino di grigio, il programma farà apparire sulla foto delle barre rosse, che indicheranno le aree corrispondenti a quella zona.
Analizza le varie zone e tramite gli u-point intervieni su di esse modificando i valori di luminosità, contrasto, ombre, luci ecc ecc. In base alla qualità dell’immagine di partenza, procedendo in questo modo potrai ben differenziare ogni singola zona, ottenendo un risultato solitamente soddisfacente.
Cosa molto interessante del programma, è che, nei limiti della emulazione ovviamente, tramite la simulazione pellicola riesce a darti anche un’idea del loro diverso comportamento, spaziando dalle Ilford alle kodak passando per le Agfa, direi che da un punto di vista didattico formativo è uno strumento veramente utile.
Buon sviluppo!
ciao
Andrea