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Solo qualche giorno fa per via di una occasionale condivisione social di una vecchia compagna di liceo, sono venuto a conoscenza di un evento: “Racconti di Luce – Mafia ed Antimafia” dedicato a Letizia Battaglia.

racconti di luce letizia battaglia scordia 1 - In Sicilia l'Antimafia non fa mai rumore - fotostreet.it

L’evento si svolgeva a Scordia, paesino dell’entroterra siciliano, limitrofe al mio (Palagonia), ove ancora la parola “Mafia” stenta ad essere dimenticata o essere vista come retaggio del passato.

L’iniziativa aveva come fine quello di presentare il film Documentario “Battaglia Shooting The Mafia” e rinnovare quella coscienza critica, che dalla morte di Falcone e Borsellino, ha pervaso l’esistenza di tantissimi siciliani come me.

Tutti gli eventi: proiezioni, progetti, conferenze, giravano attorno ad una mostra, in cui alcune opere tratte dall’archivio personale di Letizia Battaglia, sono state esposte nella sua immensa, quanto dura, bellezza.

Ieri era l’ultimo giorno e poche ore prima della chiusura sono riuscito a vedere la mostra.

LA MAFIA SECONDO LETIZIA

La visione di Letizia Battaglia, per noi fotografi di strada e quanto di più incisivo e duro si possa osservare:

Letizia è sempre pronta! E’ li con il suo cuore e la sua visione, a mostrarti ciò che è stato….

Ma, nelle sue immagini di cronaca non trovi solo i fatti, ma un pensiero, un’idea, trovi uno spaccato di una società malata, lo strazio e i sentimenti di chi ha perso qualcuno e l’arroganza di chi indossa il “male” con fierezza.

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“1978 Luciano Liggio, boss mafioso” – ©Letizia Battaglia

Le sue composizioni sono naturalmente eleganti, sempre armoniche e l’occhio viene sempre guidato da linee e vettori… ed è proprio quell’eleganza formale che cozza con la brutalità dei momenti ritratti e questo crea un corto circuito emozionale che ti sconquassa dentro.

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Omicidio Prostituta Nerina – Palermo – ©Letizia Battaglia

Letizia è sempre dentro la scena, ti porta talmente dentro che ne senti il puzzo di sangue… l’immagine ti pervade innescando riflessione e lasciandoti spesso inerme con un profondo senso di vuoto e rabbia.

LA MOSTRA

Le immagini in mostra partivano dagli anni 70, quando appena rientrata a Palermo, La Battaglia fondò con  Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica“, frequentata tra i tanti da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.

In quegli anni a Palermo si vivevano i così detti “anni di piombo”… Letizia inizia allora a documentare i delitti di mafia, con un verismo assoluto e puro, racconta ciò fatti brutali che mostrano il vero volto della Mafia, sbattendolo in faccia a chi allora, come oggi, continua a chiudere gli occhi.

La mostra curata da Rocco Ministeri, per volontà dell’autrice non presentava didascalie ma “fatti”. Allora fin dalla prima cruda foto scendi all’inferno a vedere ciò che un animo umano corrotto e violento riesce a fare.

Le foto, tutte stampe analogiche (A3) in bianco e nero, ove potevi vedere anche smarginature ed errori di taglio, mostravano non solo la “cronaca” ma anche il background culturale di una società malata che si insinua già negli occhi e nei giochi dei più piccoli. Vedi e comprendi l’assonanza tra il piccolo che gioca a fare “u mafiusu” a fianco del grande Boss e del suo delitto.

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Tutti figli di una società a “testa in giù” dove lo Stato è il nemico e l’onore va sempre difeso.

Omicidio Piersanti Mattarella

E poi arrivi li… 6 Gennaio 1980, la Battaglia fu la prima reporter ad arrivare sul luogo in cui Piersanti Mattarella era appena stato ucciso.

Vedere quello scatto dal vivo, i cui sei all’interno del veicolo con lo sfondo del nostro attuale Presidente della Repubblica che accoglie tra le braccia il fratello morto, credetemi e qualcosa di estremamente struggente.

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Omicidio Mattarella ©Letizia Battaglia

La Battaglia non ha paura di entrare nelle scene, non ha timore degli inviti allo scatto di spavaldi Boss. Il suo è l’occhio della cronaca siciliana più nera, che tra simbolismi e palesi evidenze ha raccontato ciò che la Mafia è, ciò che la Mafia fa, ciò che la mafia lascia.

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Metafora della Mafia – ©Letizia Battaglia

In Sicilia l’Antimafia non fa mai rumore

Sono dell’idea che la Mafia si combatte grazie allo sviluppo di una “Coscienza Antimafia”, sono dell’idea che eventi del genere siano fondamentali, per “non dimenticare” ciò che è stato ed evitare che nuove generazioni sviluppino falsi miti e distorsioni gravi del vivere civile.

A mio avviso questi eventi dovrebbero divenire permanenti e permeare giorno dopo giorno il tessuto cittadino sviluppando una coscienza positiva.

COSA PENSO?


Penso che azioni come queste, dovrebbero far ancor più rumore, penso che azioni come queste dovrebbero essere mantenute in vita a lungo per massimizzarne la fruizione…. penso che eventi come questo dovrebbero essere supportate fortemente dalle autorità istituzionali per la memoria dei fatti di cui esse si fanno carico…

So, però che alla fine, in Sicilia, azioni come queste rischiano di essere scomode, rischiano di essere rilegate ad una non sufficiente comunicazione o in alcuni casi ad un passaparola non efficace.

In ogni caso voglio complimentarmi con l’associazione LIBERA – contro le mafie – di Scordia per continuare a perseverare nei suoi principi costitutivi e al curatore Rocco Ministeri, che ho avuto modo di conoscere e la cui viva partecipazione nel raccontare le opere esposte ha reso quest’esperienza ancora più intensa.

La prossima volta però iniziate a far ancor più RUMORE in modo da permettere a chi come me ama la fotografia e le belle manifestazioni di essere ancor più presente.

Se non conoscete l’opera di Letizia Battaglia, vi invito a non fermarvi alla superficialità delle cose, ma di approfondire e lasciarvi ispirare da chi per amore a 40 anni ha reso la sua visione una testimonianza indelebile della nostra storia.

Alla Prossima

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