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Che succede a fotostreet? Non ci sono più articoli?

Non ci sono più Idee?
Andrea ha deciso di stare “muto”? Niente di tutto questo! Tranquilli!

Sono stati solo due mesi di conferme, pieni di eventi, mostre, incontri, studi, progetti, soddisfazioni inaspettate ed esperienze di strada miste al lavoro di ogni giorno necessario a portare il pane a casa!

TUTTO TROPPO VIRTUALE!

Si lo sapete già, non sono un fotografo “professionista”, nel senso che  io non “campo” di fotografia ma vivo per la fotografia; il mio lavoro di Creative Designer mi regala ogni giorno esperienze creative e mi induce a spremermi le meningi per trovare sempre la comunicazione più efficace e più a misura dei miei clienti; il mio lavoro di ogni giorno mi mette in contatto con la gente piccola e grande che investendo nei loro sogni  decide di rivolgersi alla comunicazione pubblicitaria per incrementare i suoi affari; quella comunicazione, oggi sempre più virtuale, capace di  rende “Megastore”  la piccola bottega artigiana, far immaginare il  “Gusto”  del  prodotto enogastronomico  di turno o rendere “Oggetto del desiderio” l’ennesima inutile invenzione.

Il 70% della mia giornata si svolge dunque in un mondo virtuale formato da bit e byte, dove la grafica prende vita nel codice sorgente e dove alla fine tutto è fatto da zero e uno; un mondo dove la comunicazione è finalizzata alla vendita e all’appetibilità del prodotto…. e il Reale? La mera oggettività?

Ritengo che la rappresentazione del “reale” resti puro appannaggio e responsabilità di coloro che “possono” parlare liberamente, senza pressioni e/o costrizioni. E’ vero che nei nostri fotogrammi intrappoliamo un momento, un attimo di vita visto secondo la nostra visione,  ma è anche vero che a quell’attimo diamo la responsabilità di rimanere fisso nel tempo. Con la nostra street photography indirettamente tracciamo uno spaccato del reale, così com’è, senza la necessità di raccontare una storia, ma con la voglia di far vedere il meraviglioso o il terribilmente crudo mondo che si presenta davanti ai nostri occhi. Con la nostra street photography non siamo reporter, non documentiamo, ma offriamo al mondo piccoli tasselli di vita presi in prestito secondo la nostra capacità di “vedere”: La street photography è dunque una cosa seria.

PANTA REI TRA DELIRI E SILENZI

In questi quasi due mesi di silenzio,  fuori Eric Kim ha iniziato a sfornare deliranti articoli su quanto la street photography gli abbia reso economicamente o a millantare successi mediatici vari; i collettivi italiani hanno abbassato i toni o almeno sembra, gli amici che stimo hanno perseguito la loro strada in sordina aggiungendo bellissimi tasselli ai loro percorsi fotografici e professionali e tutto pare inizi a tendere verso un equilibrio…precario si, ma pur sempre “equilibrio“.

In questi due mesi di “non scrittura”, ho avuto l’ennesima prova di come la condivisione di idee e conoscenza partecipativa sia di grande stimolo e faccia ritrovare la voglia di scattare a chi l’aveva perduta o il coraggio di venir fuori a chi era soggiogato dal timore;   Cities (il magazine partecipativo di ISP) e Progetti come ReviewMyPhoto mi hanno ulteriormente dimostrato l’importanza dell’offrire una accessibilità democratica al confronto fotografico…. qui in Sicilia sembra addirittura che la Street Photography inizi a esser percepita come tale: con le sue difficoltà e i suoi pregi.

Nonostante non abbia scritto su questo blog per un po’  di tempo, i numeri sono cresciuti in modo sempre più veloce con picchi di quasi 5000 visite giornaliere!
Io?Sono soddisfatto! Sono contento che il seme dell’approfondimento culturale non legato a tecnicismi di marketing stia iniziando a dare i primi frutti, sono contento che per la prima volta gli amatori inizino a  prendere consapevolezza del fatto che  “La fotografia tutta deve essere affrontata con serietà.

ADESSO FOTOSTREET

I numerosi messaggi, le reviews, le mail ricevute, mi fanno capire  come questo bisogno di  una maggior coscienza fotografica sia un bisogno reale e che quanto fatto e scritto su questo blog abbia nel suo piccolo aiutato molti a ritrovare la voglia di approcciarsi in modo critico al mezzo fotografico e ad usare questo come strumento della propria comunicazione.

E adesso… mi metto subito a scrivere il prossimo articolo!
Andrea

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