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Finalmente ho avuto la possibilità di provare in strada una  piccolissima Olympus Trip35, cortesemente prestatami da Sebastiano Ciancio, amico e streepher appassionato, che da qualche tempo ha deciso di affiancare alla sua digitale anche la pellicola!

Ieri era la sua  prima uscita “solo analogico”, il timore della mancanza di un paracadute digitale gli si leggeva in faccia! Al collo portava una piccola olympus 35 RC, in borsa una splendida Trip35; ad un tratto gli faccio:  “Che ne dici se, finito il primo rullo, io ti passo la mia Leica M6 e tu mi fai provare la piccoletta? “… risposta scontata … e mi sono trovato in mano una piccola icona degli anni 70!

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OLYMPUS TRIP 35

la Trip 35 è stata prodotta dalla Olympus nel 1967,  è una compatta 35mm pensata e venduta specialmente per i viaggiatori che volevano qualcosa di maneggevole e funzionale durante le loro vacanze, dunque perfetta per la street photography, in quanto leggera, piccola, discreta e silenziosissima… in mano quasi scompare!

Presenta un sistema di esposizione automatico basato su un cellula al selenio disposta attorno alla lente,  alimentata ad energia solare! Dunque anche in caso di attacco alieno e cessazione di tutti i servizi energetici… continuerà a funzionare correttamente. La messa a fuoco è a “zone” e il 40mm f/2.8 Zuiko, risulta essere molto luminoso e chiaro.  La trip 35 supporta una gamma di ASA che va da 24 a max 400 e scatta solo a due velocità 1/40 o 1/200; questo non incide tuttavia sulla sua versatilità, data anche dalla capacità dell’ottica che presenta un range di diaframma che va da f.2.8 a f 22.

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Interessante l’oculare, galileano e luminoso, presenta una seconda finestrella che permette di tenere sotto controllo la distanza di scatto impostata.

Come detto questa macchina mette a fuoco in base alla distanza, infatti sulla lente sono presenti due ghiere: la prima permette il cambio della distanza di messa a fuoco, da ritratto (circa 1m) a paesaggio (infinito) passando per  due altri valori per foto a mezzo busto (circa 1,5m) e foto di gruppo (circa 3m). Ovviamente in un approccio street, ciò significa che in base alla distanza del nostro soggetto principale, basterà spostare la ghiera sull’icona più opportuna. Tutto molto facile ed intuitivo: se sono in mezzo alla folla, stretto stretto, imposto la distanza ad 1m,  se sono dalla parte opposta del marciapiede,  imposto in paesaggio… per le situazioni intermedie si valuta di volta in volta.

La seconda ghiera invece  permette di impostare i diaframmi, ma purtroppo solo per un utilizzo tramite flash. A mio avviso, ciò è interessante, in quanto i flash manuali necessitano spesso di un valore di diaframma e di una distanza che coincide con i valori di impostazione zonale di questa trip 35; l’uso manuale del flash dunque sarà molto semplice (ovviamente senza TTL) ma assolutamente a prova di errore.

SUL CAMPO

La prima sensazione è di avere un corpo piccolo ma solido… scattare con la trip, è come mangiare le ciliege, l’una tira l’altra!
La trip 35 ti porta allo scatto, è divertente, veloce, silenziosa e soprattutto… non ti vedono! La pellicola si avanza con una rotella, l’avanzamento è comunque veloce e si ha sempre una sensazione di qualità. Il corpo in metallo e il pulsante di scatto, con una corsa non eccessivamente breve, permette anche di scattare senza portare all’occhio la fotocamera, tenendo la macchina con una mano e  il pollice sullo scatto. Il pulsante infatti non si trova al limite del corpo, dunque la presa è sempre moto comoda.

Ho notato che in condizioni di forte luminosità, soffre un po di flare e tende a sovraesporre, in situazioni miste con più di tre stop di differenza tra le zone in ombra e luce, conviene utilizzare il blocco dell’esposizione su valori medi;  questa macchinetta ha anch  il blocco dell’esposizione, che si attiva premendo a metà il pulsante di scatto per poi risistemare la composizione. Ho scattato un rullo di Kodak Trix 400, ed ecco qualche scatto appena sviluppato.

La nitidezza non è quella di una Leica, ovvio, ma sicuramente la lente di ottima fattura, restituisce una gamma dinamica interessante e una sufficiente qualità generale.

Se la comprerei? Be’… sto giù cercando su ebay… magari con una bella re-cover rossa 😉

Alla prossima
Andrea

 

4 Comments

  • Salvo ha detto:

    Ciao Andrea, ti chiedo un consiglio. Sto considerando l’acquisto di una pen EE in buone condizioni, ma le caratteristiche sono decisamente inferiori a quelle della trip 35. e’ troppo antica per usarla con buoni risultati?

    • Andrea Scirè ha detto:

      Ciao Salvo, la Pen EE è stata una delle macchinette più utilizzate per la fotografia di ogni giorno negli anni 60. La lente è una Zuiko, ovviamente non eccelsa e il suo funzionamento completamente automatico, con un limite di scatto a 1/40 ti obbliga a pensare esclusivamente alla composizione. Il diaframma ha una apertura massima di 3.5 dunque questo significa che la userai prevalentemente di giorno o “osando” in modo creativo oppure con un flash (che è pure interessante) la notte. Direi che per ritrovare il gusto della pellicola divertendosi è sovrapponibile alla Trip 35. I buoni risultati derivano dal tuo occhio. Ovviamente non ti aspettare una nitidezza tagliente o negativi pazzeschi, è una buona macchinetta da portare ogni giorno con se.
      Una pen EE come una Trip35 ti permetterà di dare un’aspetto più romantico ed emozionale ai tuoi scatti 🙂 e riassaporare tutto il gusto della fotografia riflessiva.

      😉

  • Ciancio sebastiano ha detto:

    😂😂😂Grande Andrea! Come già ti ho detto è stata anche una gran bella esperienza stare al tuo fianco e vedere i risultati di sviluppo di tutti quei singoli momenti di scatto , dove in modo veloce ti fermavi, fischiavi, attraversavi e scattavi con frenesia e gioia , ripetendoti “ devo solo scattare …il resto lo fa lei “ 😉👍….sbagliato ! Tu in tutto gli hai messo l’idea e la consapevolezza del risultato!

    • Andrea Scirè ha detto:

      Grazie Sebastiano, è stato un piacere andare insieme in giro per le strade di Catania… alla prossima 😉

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