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In street photography devi essere veloce, spesso non c’è tempo di portare la macchina all’occhio e questo impone al fotografo di essere sempre pronto a cogliere l’attimo. Questo modo di agire necessita di una previsualizzazione della scena che vogliamo fotografare, di una buona conoscenza dall’ampiezza di campo del nostro obiettivo e di una messa a fuoco controllata e per così dire “sicura”.

L’occhio del fotografo di strada solitamente è allenato alla contestualizzazione, individua scenari urbani e sapientemente aspetta l’entrata in scena degli attori; è vero che la coincidenza di situazioni caratteristiche necessita di una buona dose di fortuna, ma prevedere la scena, previsualizzare un evento o un comportamento spesso permette di portare a casa dei buoni scatti.

Se la previsualizzazione e l’individuazione di scenari, curve, linee ecc sono derivanti dall’ambiente in cui siamo e dalla nostra capacità di osservare, una messa a fuoco veloce e controllata, capace di restituirci scene con una ottima profondità di campo e facilmente leggibili può  essere ottenuta sfruttando i principi dell’ottica.

VI PRESENTO LA TECNICA DELL’IPERFOCALE

In rete ci sono diverse definizioni di iperfocale, su wikipedia è scritto:

“La distanza iperfocale o semplicemente l’iperfocale, è la distanza di messa a fuoco che permette la maggior profondità di campo, in relazione all’apertura del diaframma e alla focale dell’Obiettivo (lunghezza focale). La profondità di campo in questo modo si può estendere dall’infinito alla metà della distanza di messa a fuoco.”

In altre parole per Distanza Iperfocale si intende il punto più vicino a cui si può mettere a fuoco un soggetto mantenendo un fuoco “accettabile” fino all’infinito; ovviamente l’estensione iperfocale cambia al variare della chiusura del diaframma: più chiuso è il nostro diaframma maggiore sarà la profondità di campo con soggetti messi a fuoco, eccone un semplice  esempio

depth of field2 - La tecnica iperfocale in Street Photography - fotostreet.it

Diaframma e Profondità di Campo

Molti obiettivi di fascia alta ad esempio il fujinon 14mm f2,8, la maggior parte dei Leica, Voigtlander oppure molti vecchi obiettivi manuali costruiti tra gli anni 70 e 90, presentano sul barilotto una scala delle distanze accoppiata a quella dei diaframmi;

queste indicazioni ci permettono di impostare la zona che ci interessa mettere a fuoco settando semplicemente il diaframma desiderato corrispondente  alla distanza da cui vogliamo che inizi la nostra iperfocale.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA SUL CAMPO

In pratica la tecnica dell’iperfocale si applica in pochi semplici passaggi:

  1. Impostiamo la nostra macchina con messa a fuoco manuale e scegliamo il diaframma da utilizzare
  2. Adesso poniamo il simbolo di infinito che si trova sulla scala delle distanze sotto il valore del diaframma scelto sulla scala delle profondità di campo, a questo punto l’obiettivo si trova automaticamente regolato sulla distanza iperfocale per quel diaframma; il limite minimo della profondità di campo coinciderà sotto il secondo valore del diaframma scelto sulla scala delle profondità di campo, e sarà uguale alla metà del punto principale di messa a fuoco.
  3. Per quanto riguarda i tempi invece possiamo agire in due modi: o lasciare decidere alla macchina (si scatta a priorità di diaframmi) oppure se abbiamo una fotocamera digitale possiamo fissare un tempo veloce  ad es. a 1/125 o 1/250 e settare gli ISO ad auto (in modo tale che la compensazione dell’esposizione avvenga tramite una modifica automatica di questi).

Questa tecnica fotografica è tra le più usate in Street Photography; molte foto di Alex Webb, Gary Winogrand  ed altri grandi maestri della fotografia di strada,  sono state realizzate impostando le loro macchine fotografiche in iperfocale e concentrando l’attenzione su scena, attimi e composizione.

g winogrand elliot richardson press conference austin texas 1973 - La tecnica iperfocale in Street Photography - fotostreet.it

Gary Winogrand – 1973

Che dire di più?
Buona iperfocale a tutti!




12 Comments

  • Andrea ha detto:

    Io mi chiedo questo: una volta calcolata con un APP la distanza iperfocale, come mi devo comportare? Devo scegliere una postazione che disti quella distanza dal punto in cui spero il mio soggetto si trovi?
    Supponiamo che per una data lente ed obiettivo, la mia distanza iperfocale sia 10 metri. Conoscendo questo valore, come mi devo comportare sul campo? Scappare a 10 metri da ogni soggetto che voglio fotografare per poter fuocheggiare all’iperfocale? E’ questo che mi sfugge!
    Grazie!

    • Andrea Scirè ha detto:

      Ciao Andrea, grazie per aver scritto.
      Allora ogni obiettivo, a una determinata apertura, ha una sua distanza iperfocale. Questo è un valore ottico e dipende solo dalla lunghezza focale dell’ottica e dall’apertura di diaframma impostata. Dunque supponiamo di avere un 50mm: a F16 la sua distanza iperfocale secondo le tabelle è 5.26m, dunque nella pratica significa che mettendo a fuoco un soggetto posto ad una distanza di 5,26m (manualmente) e chiudendo il diaframma a f16 imposterò la mia ottica in iperfocale. Da quel momento, senza cambiare nulla (dunque non devi più focheggiare) la mia ottica mi metterà a fuoco tutto: da da 2,63m (metà del punto di messa a fuoco – metà della distanza iperfocale) ad infinito.

      Fatto questo, quel che devi fare è premere il pulsante di scatto ricordantoti che i tuoi soggetti saranno a fuoco a partire da quei 2,63 metri in poi. Dunque camminando per strada, se il soggetto si avvicina, con un 50mm puoi avere quel soggetto a fuoco fa infinito fino ad una distanza di circa 2 e mezzo da te, dopo sarà fuori fuoco.

      Detto questo capirai, facendo un paio di prove con le tabelle, che minore è la lunghezza focale e più ampio sarà l’area messa a fuoco; ecco perchè si lavora molto più facilmente in iperfocale con un 14mm che con un 50mm, dove la minima distanza è di soli 70cm.
      Spero di aver chiarito i tuoi dubbi.
      A presto Andrea

      NB: sul campo è molto più semplice da capire ed applicare.

    • Andrea ha detto:

      Riscrivo, prima camminavo e ho scritto malissimo!
      Grazie infinite, mi hai risolto una questione importantissima che mi sfuggiva!
      Quindi la ‘fatica’ di mettere a fuoco alla distanza iperfocale è solo iniziale, se ho capito bene.
      Il problema, peró, potrebbe sorgere con obiettivi in cui non ci sono indicazioni, se per distrazione o perché in un istante voglia fare una foto diversa io cambio distanza focale e messa a fuoco. Volendo magari dopo rimettere ció che avevo prima in iperfocale, dovrei rimisurare tutto?

      Grazie!

    • Andrea Scirè ha detto:

      Purtroppo si, ecco perchè sono da preferire quegli obiettivi con la scala delle distanze sul barilotto. Ad esempio con il 14mm Fuji metto in manuale, taro la scala e sono pronto per lavorare; se devo scattare una foto in autofocus, metto velocemente in auto, scatto e risetto tutto basandomi sulla scala graduata. Tutto questo senza dover portar all’occhio la fotocamera o dover ri-focheggiare alla distanza iperfocale attraverso l’oculare

      A presto e buona iperfocale! 😉
      Andrea

    • Andrea ha detto:

      Un’ultima domanda: nella fotografia paesaggistica si tende a consigliare di usare diaframmi chiusi per avere una buona profondità di campo. Ma utilizzando l’iperfocale, questo non ha senso, giusto? Perché la profondità di campo sarà all’infinito, qualunque sia il diaframma (fatta eccezione per il limite minimo del campo, più vicino all’osservatore. Ma se il paesaggio è lontano….non dovrebbero esserci problemi!)!

      Grazie, Andrea, di tutto!

    • Andrea Scirè ha detto:

      Sembra strano, ma si, la tecnica dell’iperfocale è usata proprio in fotografia di paesaggio perché permette di avere tutto a fuoco. Il principio è identico: nell’iperfocale infatti più “chiuso” è il diaframma (f8, f16, f22…) maggiore sarà l’area a fuoco e cioè dal limite minimo all’infinito. Tuttavia essendo quest’ultima basata esclusivamente su un principio ottico, il punto di messa a fuoco non è l’infinito ma è determinato da calcoli matematici che dipendono strettamente da diaframma e lunghezza focale. In ogni caso i diaframmi incidono sulla distanza minima.

      Per essere pignoli è bene dire che tecnicamente poi subentrano altre variabili, ad esempio il decadimento della qualità immagine in funzione del’apertura, gli schemi ottici ecc… Ma Qui poi si va verso tecnicismi non molto necessari in street photography.

  • Francesco ha detto:

    Il programma è davvero ben fatto! Ho una sola domanda… Se la mia macchina fosse analogica? Devo cercare ed inserire il circolo di confusione manualmente?

  • passegua ha detto:

    Per calcolare molto semplicemente l’iperfocale uso un’app gratuita per Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=in.zendroid.hyperfocal
    Fra l’altro uso anch’io, come il lettore Francesco, un obiettivo 40 mm pancake montato sulla eos 6D e anche se non ha indicatori di distanza, è possibile utilizzarlo per la messa a fuoco zonale.
    Saluti

    • Andrea Scirè ha detto:

      Grazie per la dritta! Penso che quest’app sarà molto utile agli Android users.
      A breve scriverò un approfondimento anche per gli obiettivi non provvisti di scala 😉

  • Francesco ha detto:

    Adoro la Street Photography e sto cercando di imparare leggendo articoli e approfondimenti ma, soprattutto, fotografando.
    Trovo davvero interessante la tecnica dell’iperfocale; permette di non pensare troppo alle impostazioni della macchina in fase di scatto ma di concentrarsi sulla composizione.
    Ho una piccola reflex e un piccolo obiettivo, un Canon 40mm f/2.8 sul quale non sono scritte le distanze di messa a fuoco; i diaframmi, infatti, si gestiscono dalla macchina. E’ comunque possibile utilizzare la tecnica dell’iperfocale, in un caso come il mio? Se sì, come?

    • Andrea Scirè ha detto:

      Ciao Francesco,
      Certamente! Puoi utilizzare la tecnica con qualunque macchina e obiettivo.

      Il calcolo dell’iperfocale è un calcolo complesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Hyperfocal_distance) che dipende dalla distanza focale, dalla lunghezza focale del tuo obiettivo, dalla apertura e da una “cosa” che si chiama circolo di confusione che in pratica è l’effetto creato da un punto sul piano ottico in relazione alla sua sfocatura, in altre parole la capacità di risoluzione della nostra lente… sarebbe sterile e poco pratico scendere in tecnicismi, in rete troverai informazioni molto più approfondite.

      Andiamo direttamente alla pratica:
      Se ho un obiettivo privo di scala iperfocale, è possibile calcolare il valore di iperfocale specifico per la mia ottica e macchina fotografica tramite dei tool in rete o su smartphone; uno dei tool più noti è questo: http://www.dofmaster.com/dofjs.html.

      Noterai che, per una data apertura e lente la distanza iperfocale non cambia al variare della distanza. Dunque dividi per due questo valore, e dal risultato in avanti avrai sempre tutto a fuoco.

      Nel tuo specifico caso, con un 40mm montato su una macchina con sensore APSC:

      focheggiando a 10.5m con un diaframma ad f8 avrai tutto a fuoco a partire da 5.3m
      focheggiando a 5.3m con un diaframma ad f16 avrai tutto a fuoco a partire da 2.65m
      e così via

      Se fai le prove scoprirai anche che minore è la lunghezza focale minore sarà la distanza di partenza della tua iperfocale. La mia ottica preferita è il 14mm (alias 20mm ff) la cui iperfocale a f8 parte da 65cm all’infinito!

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