Lo scorso Novembre, per lavoro ho dovuto passare alcuni giorni a Berlino. Il mio albergo si trovava in un’area distante dal centro, era un’area industriale e poco trafficata, fuori solo una lunga strada: da un lato guardavo la Sprea dall’altro il Griechischer Park… poche persone, nessun break sufficiente per poter scendere in strada a fotografare.
Quando sono partito, oltre alla mia Leica M6 con il suo 21mm Voigtlander, avevo riempito la borsa di rulli, sia bianco e nero (Kodak Trix 400) che colore (Kodak Portra 400), non sapevo bene cosa aspettarmi, che effetto avrebbe avuto Berlino ai miei occhi e quale emozione avrebbe suscitato in me.
Berlino: Colore o Bianco e Nero?
Le foto viste online, erano prevalentemente in bianco e nero, con soggetti distanti e composizioni rigorose… avevo sentito parlare di un forte distacco architettonico tra la Berlino Ovest e la Berlino Est, di distanze sociali e culturali marcate, ma anche di una forte spinta creativa e di tendenze artistica all’avanguardia… ma cosa mi avrebbe realmente attratto?
Era un viaggio di lavoro, non sapevo quanto tempo avrei avuto a disposizione… dovevo scegliere e capire in fretta!
True COLOR!
Dopo 5 giorni, tra meeting, interviste, shooting video ecc, completai tutto il pomeriggio del giorno prima del mio rientro… avevo qualche ora la sera e la mattina prima del volo.
Uscii dal mio albergo, presi il treno verso il centro in una desolata stazione vicina… era quasi il tramonto. Il cielo era grigio e i colori assumevano una strana brillantezza, una sorta di contrasto emozionale tra una rigogliosa natura e austeri arredi urbani. La mia Leica era ancora senza rullo… montai la Portra 400.
Mi guardavo intorno, vedevo sguardi stanchi, volti seri… pochi turisti… o meglio, nessun turista. Solo persone assorte dai loro pensieri e persi nelle loro vite.
La luce era strana, andava velocemente scemando, avevo necessità di fare continue misurazioni con il mio esposimetro e alla fine comprese le variazioni decisi di mantenere tempi più bassi per garantirmi comunque una buona profondità di campo. Ad f4 la distanza minima del mio 21mm, in iperfocale è circa 1,70m sufficiente per questo primo contatto, poi montai il flash.
Non sapevo quanto la gente si irritasse ad essere fotografata, quanto fosse spinto il loro grado di tolleranza ad una foto “più vicina del solito”… decisi di mantenere comunque un profilo basso, del resto ero con mia moglie… anche se lei sa bene come e cosa fare in caso di situazione rischiosa indotta dal mio comportamento fotografico 😉
Kreuzberg
Se Il centro di Berlino (se di centro si può parlare) è attraente da un punto di vista architettonico e monumentale, le distanza elevate, gli spazi vitali più ampi e il tipo di persone, non mi attiravano più di tanto… rientrati in hotel, a notte fonda dopo esserci persi in un’area desolata da qualche parte al nord di Berlino, la mattina successiva, prima di recarci in aeroporto, decidemmo di fare un salto in un’area hipster e più border line. Ci consigliarono Kreuzberg, o meglio l’Area 36 di questo quartiere… un area multiculturale per eccellenza, a detta di molti “l’essenza di Berlino condensata in un quartiere”, un posto nella ex Berlino Ovest a sud del centro.
Ci dissero solo di fare attenzione, perchè se pur abitato da studenti, artisti e comunità turche, era anche frequentato da gente bizzarra e spesso poco raccomandabile, dunque era necessario fare un po’ di attenzione… la mia adrenalina iniziò ad alzarsi ai livelli “produttivi” 😉
Area 36 – Street Photography Session
Ragazzi il PARADISO! Colore, colore, colore, creatività pura in ogni cosa, dalle panchine fatte di tavole da skateboard ai grandi portali completamente ricoperti da scritte… promo estreme sulle mura, individui alternativi e street art dappertutto! A Kreuzberg respiri Street!
La mia passeggiata è durata meno di mezz’ora, l’aereo non mi avrebbe aspettato… ma, credetemi è un posto assurdo e per chi ama la fotografia di strada un luogo in cui recarsi! Ci ritornerò 😉
Alla prossima
Andrea