“Is a Film Camera! Fantastic!”, “Stai scattando solo a pellicola? Ma sei serio? (…) caspita che coraggio!”, “I love your camera, I shoot film too… great experience!” “noooo non ci credo… erano anni che non vedevo una pellicola”, “ma te sei fuori come un balcone… e poi che fai? Sviluppi pure tu???“, “….mi hai fatto rivenir la voglia di riprendere la mia vecchia macchina fotografica“…
Queste e tante altre sono le reazioni di chi mi vede oramai da quasi 6 mesi scattare SOLO a pellicola. La gente rimane incredula e si stupisce che con gli evoluti mezzi tecnologici che oggi il mercato ci offre, si rinunci a tutto per ritornare alla pura, essenziale ed emozionale fotografia analogica.
Tempi? Diaframmi? ASA? Termini ormai sconosciuti che in molti usano impropriamente sostituendoli con quei simbolini stampati sulle macchine digitali moderne.. P, T… Yummy, Child, Sport…. che servono a “far venire le foto belle”.
Diciamola tutta… non accetto che si dica “questa mi è venuta bene“ perchè ciò significa che si lasci al mezzo la responsabilità dello scatto, la responsabilità di un momento. Non accetto che la gente basi la propria percezione della fotografia non più sull’idea che ci sta dietro ma sul potente mezzo impiegato. Nella mia cittadina, se hai una macchina fotografica grossa, sei un fotografo, se tra 10.000 scatti ne tiri fuori 1 buono allora senti cose tipo, “mizzica quello si che è un fotografo professionista”, “Ovvio che con una macchina così, escano fuori foto del genere”.
LA FOTOGRAFIA E’ UN PRIVILEGIO
Ho il privilegio di non vivere di fotografia, ecco perchè spesso dico che non sono un fotografo professionista… non ne faccio una professione, ho il privilegio di poter trattare la fotografia con tutto l’amore che un’arte così democratica e schietta reclama, ho il lusso di poter fotografare quel che cacchio mi pare per appagare una mia visione personale ed intima del mondo senza dover rientrare in determinati “paletti” che l’apparire “sociale” necessita (marchi, circoli, tendenze).
“La pellicola ti porta a riflettere, la pellicola ti porta a pensare,
la pellicola di porta a ragionare sulle condizoni metereologiche…
la pellicola ti trasporta alle origini della fotografia
dove la luce è il solo mezzo che hai per scrivere le tue parole.(ndr)“
L’EMOZIONALITA’ E’ UNA QUESTIONE DI CHIMICA
Negli ultimi mesi sto approfondendo come mai prima, la conoscenza delle pellicole, dei processi fotografici e delle cromie generate dalla luce sugli alogenuri di argento. Una cosa è leggere sui libri, altra è sperimentare in prima persona, con tutto il tempo che queste cose necessitano… semplicemente per comprendere cosa dia quella unica tridimensionalità agli scatti a pellicola e capire come sfruttare ciò nella mia comunicazione.
E’ vero il digitale ha una nitidezza elevatissima, delle performance innegabili, i dettagli sono sempre più impressionanti, le gamme cromatiche stanno sempre più ampliando i loro spettri, ma la pellicola rimane cosa diversa. Ovviamente per un uso lavorativo sarebbe da “cretini” utilizzare ancora la pellicola (se non per specifiche motivazioni tecniche)… ma da un punto di vista artistico e privato be’ …penso proprio che la chimica abbia un qualcosa in più!
LA TRIDIMENSIONALITA’ DEI PIANI
Pensavo fosse una suggestione del momento, pensavo che quella tridimensionalità dei piani che è facile osservare in una foto analogica, fosse un’impressione frutto di un auto-convincimento… oggi tale sensazione permane e si sta via via trasformando in una convinzione frutto di una continua osservazione di scatti, propri e altrui.
Non so dove mi porterà la fotografia, non so con quale mezzo e con quale supporto, ma so solo che per il momento la mia Leica M6 e i miei tanti rulli stanno portando la mia mente verso una ricerca di contenuto come mai prima. Scatto meno, scatto meglio.
Di seguito 2 scatti fatti in due attimi successivi mentre salivo in aereo in una dei miei recenti viaggi. il primo l’ho fatto con il cellulare (honor 9), il secondo poco dopo con una m6 classic + una Kodak Trix 400:
.. quel giorno il sole era alto, il bianco dell’aereo rifrangeva in modo quasi accecante… nonostante l’esposizione non sia stata proprio bilanciata, nonostante dei bianchi stra-bruciati, nonostante la foto manchi di quei dettagli che anche il più semplice ma evoluto mezzo fotografico moderno restituisce.. continuo a preferire l’immagine a pellicola per emozionalità e mood generale… sarà una questione di chimica 😉
Alla prossima
Andrea
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