Da qualche giorno Ricoh ha lanciato sul mercato la nuova (si fa per dire – ndr) Ricoh GRIIIx, un upgrade della ben più nota Ricoh GRIII, la fotocamera da sempre più amata dagli streepher di tutto il mondo. Cosa cambia? Nuova ottica e un processore aggiornato!
Il ritorno del 40mm
Quando ancora si fotografava a pellicola, la maggior parte delle fotocamere compatte, quelle usate per la fotografia di tutti i giorni, per le gite, per le fotografie di famiglia, montavano proprio il 40mm, un’ottica leggermente più larga del 50mm (normale) e non troppo larga da far apparire i soggetti distanti come piccoli punti sul fotogramma.
Da sempre il 40mm ha caratterizzato l’approccio amatoriale alla fotografia, essendo un’ottica semplice, efficace e poco impegnativa. Venne adottato da numerosissime fotocamere ad ottica fissa, come le Yashica, le Olympus Trip 35, le Instamatic della Kodak e le tante versioni “punta e scatta” ad ottica fissa di origine Russa.
Ai tempi del Covid, il distanziamento sociale si traduce in un maggior distanziamento tra fotografi “di strada” e soggetto, dunque il 28mm della GRIII inizia a risultare, per molti ma non per tutti, troppo “largo” e poco efficace.
Nuova esigenza… nuova ottica!
Ecco allora la GRIIIx una fotocamera di fascia alta con un’ottica da 26,1 mm F2,8 di nuova concezione, equivalente ad un 40mm reale. Un upgrade che non fa altro che aggiungere alla famiglia GR, una variante, della ormai famosa sorella GRIII, ottimizzando al tempo stesso processore e funzionalità di gestione.
La GR IIIx dispone di un monitor LCD ad alta definizione da 3,0 pollici con circa 1.037.000 punti. Il suo funzionamento touch-screen per un controllo rapido e intuitivo di varie funzioni della fotocamera. La GR IIIx come la sorella a 28mm, presenta 11 modalità di base di Image Control, dove è possibile anche regolare vari parametri, come saturazione, tonalità, colore, ecc.
Sembra (dai comunicati) migliorata le funzioni LAN wireless per un facile abbinamento con dispositivi mobili come smartphone e tablet. L’app Image Sync (sempre non disponibile in italiano), permette di visualizzare sul proprio smartphone immagini live, scattare da remoto e regolare i vari parametri di scatto. Nonostante i soliti commenti negativi, per quel che serve fa il suo lavoro, sincronizza velocemente e permette una live view molto efficace. Ovviamente c’è sempre da migliorare.
Una visione street veramente diversa?
Nel comunicato ufficiale di FOWA si legge: “immagini con una prospettiva più naturale e un senso di profondità più veritiero per un tipo completamente diverso di street photography.”
Cosa significa? Semplicemente che, essendo l’obiettivo a cavallo tra un 35mm ed un 50mm, la visione ottica derivante e quanto più simile a quella dell’occhio umano “normale”, dunque cambiano i piani prospettici, cambiano i rapporti e cambia ovviamente l’intero approccio alla fotografia.
Per chi come me ha una visione del mondo grandangolare tra 21 e 28mm, se come me amate stare vicino alla gente e portare all’interno del fotogramma l’osservatore, sicuramente questa fotocamera non ha molto senso in quanto “troppo stretta” per il nostro approccio fotografico. Dunque se avete una GRII o GRIII l’upgrade non è consigliato, in quanto a parte l’ottica le due fotocamere sono identiche.
Se invece avete una visione “street più romantica”… direi Bressoniana, non vi avvicinate troppo ai sogetti e vi trovate più a vostro agio a circa 2 metri dai soggetti… allora questa fotocamera potrebbe essere il giusto compromesso tra visione, qualità dell’immagine, portabilità e semplicità d’uso.
Direi che quella di Ricoh è una scelta commerciale azzeccata in tempi di Covid… ma prima di scegliere, chiedetevi sempre come vedete il mondo? Quali foto empaticamente vi emozionano di più e con quale ottica sono state realizzate… solo li troverete la vostra risposta.
Alla prossima
Andrea