Avete mai sentito parlare della Gear Acquisition Syndrome, più comunemente nota con l’acronimo di GAS?
Ovviamente non è una vera e propria patologia (almeno per ora) ma sembra colpire tennisti, chitarristi, fotografi e chiunque utilizzi strumenti tecnici per praticare il proprio lavoro o passione; wikipedia la definisce così:
“Un termine gergale anglosassone usato soprattutto da chitarristi e fotografi che indica una sorta di sindrome da acquisto compulsivo volta a far desiderare l’acquisto di attrezzature (gear) relative alla propria professione/hobby.”
La Gear Acquisition Syndrome è un tunnel vizioso, derivante da ottime strategie di marketing delle grandi case produttrici, che ci induce a pensare che l’ultimo modello di fotocamera o di obiettivo o di qualunque altra cosa abbia a che fare con la nostra passione sia sicuramente migliore di quello che già possediamo e che il suo acquisto, per magia, ci porti ad un livello tecnico espressivo sicuramente superiore.
“ritengo che una pessima foto realizzata con l’ultimo stratosferico modello di fotocamera, resti comunque una pessima foto”
L’innovazione tecnologica e ottica è indice di progresso e ammetto che negli ultimi anni ha permesso di raggiungere condizioni di scatto prima impensabili; basta pensare alla migliore gestione degli alti iso o alla generazione di file con una gamma dinamica sempre più ampia. Tuttavia la cosa che dovremmo pensare prima del prossimo acquisto è:
“MI SERVE VERAMENTE?”
Una grande foto è tale anche se scattata con un buon cellulare, ricordiamoci sempre che la nostra amata fotocamera è solo un mezzo per esprimere la nostra visione fotografica, come la penna lo è per un giornalista e il pennello per un pittore. Se la nostra attrezzatura ci permette di comunicare senza problemi tecnici non superabili, allora mi chiedo perchè mai cambiarla?
Io sono solito acquistare una nuova fotocamera, solo quando, a furia di scattare, il sensore si usura, la macchina invecchia e l’otturatore inizia a perdere qualche colpo.
Quando il suo limite tecnico/funzionale condiziona la mia capacità di scatto, allora capisco che è arrivato il momento di cambiare la mia fotocamera… solitamente a malincuore!
Se proprio vogliamo spendere i nostri soldi, potremmo investire in ottiche più luminose (se non le abbiamo già) o meglio ancora in tanti tanti libri, viaggi, workshop… esperienza.
L’ESPERIENZA NON HA PREZZO!
In street photography l’approccio con la strada e la gente è mutevole, cambia in funzione del luogo in cui ci troviamo, del periodo e della cultura della gente che ci sta attorno. Fare street photography a Milano è diverso che farlo a Catania, fare street photography in Italia è diverso che praticarla negli Stati Uniti. Ogni luogo ha le sue peculiarità, gli attimi e il tempo vengono vissuti con frenesie differenti e questo condiziona e allena la nostra mente ad approcciarsi sempre in modo differente, rendendo ogni singola session diversa, imprevedibile e assolutamente unica.
Non me ne vogliano le case produttrici… ma invece di stare in casa a leggere forum, confrontare caratteristiche e a cercare il prezzo più basso del web… prendete la vostra cara macchinetta, scendete in strada e fotografate!