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PERCHE’ UNA LEICA?

Nel tempo ho usato diverse macchinette a pellicola, dalle Yashica a telemetro degli anni 70, alle più moderne compatte Pentax grandangolari… queste macchine ti danno emozioni, ma vuoi per il tempo passato, vuoi per la qualità ottica non sempre eccelsa, i risultati non sono mai stati paragonabili (nel mio piccolo mondo) a quelli ottenuti con le più performanti macchine digitali. Tuttavia ogni volta che ho acquisito immagini analogiche tramite scanner, mi sono sempre trovato davanti ad una tridimensionalità unica e veramente rara nel “piattume” digitale moderno.

UNA RARA TRIDIMENSIONALITA’

Vi assicuro che non sono impazzito! E’ solo che non capivo a cosa questa tridimensionalità fosse legata, non riuscivo veramente a comprendere!
Le ottiche avevano una qualità inferiore a quelle delle mie digitali, la qualità delle fotocamere anche… eppure i piani di quelle immagini presentavano sempre una emozionante tridimensionalità.  Dunque ho deciso come mio solito di osare!

Riuscirebbe mai una fotocamera analogica ad emozionarmi e a darmi contemporaneamente risultati moderni ed “usabili”  in linea con la mia visione fotografica?

Be’ l’unico modo era scoprirlo da solo e acquistando il meglio delle fotocamere analogiche!

ROBA DA RICCHI!

Quando si pensa “street”, quando si pensa zonale, quando il tuo modo di scattare è “predittivo” e dunque nessun autofocus è più veloce della tua iperfocale, quando devi essere silenzioso come il vento e discreto come il respiro…be’  l’unica fotocamera a cui puoi tendere è una telemetro e la telemetro per eccellenza a mio avviso è Leica.

Ma Leica dicono che è roba da ricchi! Effettivamente a vedere i prezzi, sembra che Leica sia destinata ad un mercato assolutamente di nicchia, formato da gente facoltosa o professionisti dell’immagine che possono decidere di spendere 4 stipendi di un italiano medio per l’acquisto di un corpo e i 5 stipendi rimanenti per un obiettivo… dunque allora che si fa? 

LA RIFLESSIONE

Una scelta così importante necessita di una coscienza d’acquisto, di una coscienza d’uso e di una valutazione economica priva di indugi. Dunque da più di un anno… quasi due direi, ho iniziato ad approfondire, a cercare e ad appassionarmi sull’evoluzione della serie M, una serie che ha così tanto influenzato la storia della fotografia… ho iniziato a comprendere le meccaniche, le differenze dei materiali, l’evoluzione di questo così blasonato telemetro. Questo mio viaggio di ricerca e scelta, con un occhio al mercato del nuovo e un occhio a quello dell’usato, mi ha fatto passare dalle M3 ( pura perfezione meccanica ma con caricamento della pellicola troppo farraginoso) alla M2 (snella e grandangolare), dalla M4 alla M4-P e via via dalla M6 fino alla più moderna e costosa Leica MP.

leica m 978x500 - PERCHE' UNA LEICA M6 PER LA MIA STREET PHOTOGRAPHY? - fotostreet.it

In questo tempo ho valutato i vantaggi dell’uso di un telemetro incorporato contro quello esterno, di un otturatore completamente meccanico contro uno elettronico e poi è stata la volta dei mirini 0.58 contro 0.72 ed infine l’utilizzo del flash: TTL o non TTL?

Non nego che le cose da definire sono state tante, non nego che nel tempo ho cambiato molte volte idea sul modello più idoneo al mio approccio fotografico e che il mio taccuino ha cominciato a riempirsi di appunti, note, cancellature, riflessioni e tanti tanti dubbi.

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appunti su Leica

Lo scorso anno ho anche deciso di partecipare ad un workshop di street photography della Leica, tenuto dall’amico Eolo Perfido, che consiglio vivamente a tutti. In quell’occasione ho finalmente avuto modo di entrare in contatto con queste macchine… seppur digitali il telemetro funziona nella stessa maniera e la sensazione tattile è quasi identica ai modelli a pellicola. In quell’occasione, grazie ad Eolo che mi ha anche prestato la sua Leica Q, ho avuto modo di testare pesi e maneggevolezza di tre top di gamma, in giro per Roma.

LA MIA SCELTA

Dopo tanto leggere, provare, cercare e valutare alla fine la mia scelta è ricaduta su un unico corpo: M6 (sia TTL che non). Perchè? Perchè anche a detta di Eric Kim alla fine, a parte la meccanica un po’ più raffinata e i materiali costruttivi più affidabili, la MP è in termini di performance identica ad una M6:

In performance they are identical, although the MP has superior interior mechanics and is more reliable. There are also some cosmetic differences.” (cit. Eric Kim)

Ed ecco dunque i motivi che mi hanno portato all’acquisto di una Leica M6:

  • Ha le performance quasi identiche ad una MP ma costa decisamente meno.
  • E’ completamente meccanica, dunque non mi abbandona mai.
  • In mano è piccola e discreta dunque quasi non si vede.
  • Il corpo è molto resistente e da un senso di solidità rara.
  • L’otturatore scatta a tutti i tempi.
  • Ha un esposimetro incorporato con una buona lettura.
  • il sistema di caricamento della pellicola è rapido, basta prenderci la mano.
  • Il sistema di riavvolgimento della pellicola è più veloce rispetto alle versioni “perpendicolari” (m3, m2, Mp ecc).
  • Il mirino è luminosissimo (non al pari della m3) ma comunque pazzesco.
  • La mia presenta una cornice anche per il 28 e con il 35 mi lascia buon “spazio predittivo”.

Le considerazioni di cui sopra ovviamente sono considerazioni personali e basate esclusivamente sul mio modo di fotografare e di approcciarmi alla fotografia di strada. Da quando ho deciso di saperne di più su queste macchine ho anche parallelamente  iniziato studi sul colore, sulle pellicole, ho migliorato la mia conoscenza della luce ambiente e sto continuando a scoprire tante piccole sfaccettature tecniche e stilistiche che il digitale con i suoi automatismi inesorabilmente nasconde, togliendo alla pratica fotografica il piacere della riflessione tecnica ed  emozionale che porta allo scatto.

Alla prossima
Andrea

 

 

 

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