Credetemi, come consumatore assiduo di acetato di cellulosa devo ammettere che la situazione sta diventando veramente insostenibile, specie se si è voraci come me!
Negli ultimi 3 anni posso certamente affermare che il prezzo medio delle pellicole fotografiche è più che raddoppiato! Nonostante si stia osservando una crescita nell’uso delle fotocamere analogiche.
SOLO UNA NORMALE ATTIVITA’ COMMERCIALE O SPECULAZIONE?
E’ vero… è un argomento che interessa pochi… in pochi visto la comodità del digitale ne fanno uso… ma quei pochi (che sono sempre più “meno pochi”) sono ancora più considerati dei POLLI?
Era il 2017 quando con l’articolo “Compri pellicole fotografiche? Allora sei un pollo da spennare!” mettevo in allerta sulla questione… ovviamente rimasta inascoltata dalle case produttrici, ma molto sentita da una fascia di lettori che nel corso di questi anni, mi hanno sempre suggerito nuovi shop e occasione ove comprare le pellicole fotografiche al prezzo più basso. Di questo posso solo ringraziare…ma la questione non cambia e i prezzi continuano a salire
Credetemi i prezzi di qualche anno fa sono carezze in confronto agli schiaffi che il mercato ci sta dando!
Visto che è bene parlare su fatti, ho controllato le mie fatture d’acquisto, confrontate queste con altri e messo in relazione i prezzi medi con le varie “annate” a partire dal 2018, questo il risultato per la TriX400 di Kodak
Ma la situazione è pressoché sovrapponibile con tutte le più diffuse pellicole fotografiche professionali.
UN FENOMENO GLOBALE
Considerate che questo andamento non riguarda solo acquisti fatti nel territorio italiano, ma anche in shop internazionali in Germania, Inghilterra e America.
Nel 2018 compravo le mie Kodak Trix 400 a circa 4.02€/cad per il formato 135/36. Oggi devo spendere se mi va bene tra 8 e 12 euro! E credetemi la Kodak gode di buona salute, tanto che la società Kodak Alaris Inc., che gestisce il comparto pellicole ha di recente reintrodotto la Tmax P3200 e la Ektakrome andando a pieno regime con le storiche TriX 400, TMax 100 e Tmax400 e di quelle a colori della serie Portra .
Per capirci ancor meglio, dopo il continuo down del valore di mercato dovuto all’impatto del digitale, la situazione negli ultimi anni è cambiata, solo nel 2019 la Kodak cresce del 21%, nel 2020 triplica il proprio valore di mercato in una sola giornata (28 Luglio) con un +318%. Non vanno male nemmeno Ilford Group e ovviamente Fujifilm per citarne alcune… Dunque?
UN DOLCE AMARO DESTINO
Non sono un esperto di mercati, anzi la mia valutazione si basa sulla semplice visione di alcuni grafici, andamenti generali e considerazione personali… ma oggettivamente questo comportamento delle aziende è spiegabile solo con un incremento della domanda e dunque del numero sempre più crescente di “utilizzatori” del mezzo analogico.
Se qualcuno qualche anno fa, sosteneva che la pellicola era più che morta oggi possiamo certamente affermare che:
Non solo oggi la “pellicola fotografica” è viva e vegeta ma è intenzionata sempre più a diffondersi in una platea sempre più ampia di curiosi , amatori e veterani!
Io intanto vado a caricare un altro rullo che domani è Domenica 😉
Alla prossima.
Andrea
Ciao, questa analisi è davvero deprimente. Adesso nel 2022 la pellicola Tri-x 400 è arrivata quasi a 14 euro!!!
Fortuna che un paio d’anni fa ne comprai alcuni e ne ho ancora 4 da poter utilizzare. Scatto molto poco e quindi penso che mi dureranno un altro po. Anche se scadranno pazienza, per me è solo una passione ma sinceramente non vorrei doverci rinunciare. Nel tempo ho imparato a sviluppare i rullini bn da solo e mi sono allestito una piccola camera oscura per la stampa. La fotografia analogica è pura poesia. Spero che i produttori si mettano una mano sulla coscenza e capiscano che è ora di fare un inversione di marcia e puntare nuovamente sulla pellicola. Magari Kodak ci regalerà di nuovo la Kodachrome 🙂 Nel frattempo utilizzo marchè dal costo inferiore, alla fin fine tutti i rullini vanno bene per esprimere un concetto. Una poesia se bella può essere scritta pure con una matita non per forza serve la penna.
Ciao, grazie per il tuo commento.
Deprimente è proprio il mercato dell’analogico, che dall’essere quasi scomparso è ripreso con un’impennata di prezzi paurosa.
Costi di produzione? Incremento della domanda? Incremento delle materie prime?
Sinceramente tutto e niente… l’unica certezza è che il valore di uno scatto analogico al di la del suo contenuto è passato da 12 cent a circa 38cent su pellicola, a cui vanno poi aggiunti i costi di sviluppo… insomma, se l’analogico induce ad una fotografia più riflessiva, con i prezzi attuali tale riflessione diventa molto molto più profonda 🙂
Ma questo, ovviamente non ci ferma e per certi versi alza la qualità della produzione.
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Permettimi di dissentire quando dici che alla fin fine tutti i rullini vanno bene, è vero puoi scrivere una poesia su qualunque carta, ma nel caso della pellicola essa stessa concorre alla comunicazione della foto, al suo mood: la latitudine di posa, la sua capacità di rendere i contrasti, la sua capacità di tiraggio, la natura della grana e le dominanti nel colore sono tutte un mezzo materico di comunicazione… tutto questo fa parte della poesia ne concorre a darle carattere e struttura, così come il supporto finale (la carta) su cui poi si andrà a stampare.
Rimanendo sulla metafora, a mio avviso tutto il processo analogico è pura poesia dall’idea dietro lo scatto alla, gestione dei supporti, alla stampa ed esposizione finale.
😉
Ciao Andrea, io non mollo e non mollerò mai, mi sono espresso male.
E’ che ne voglio far troppe, dipingo, scrivo libri e tanto altro.
Io so sviluppare il B&n perchè mio padre, oltre a regalarmi l’amore per la letteratura, mi insegnò a farlo marchiandomi per sempre.
La pellicola è un’altra cosa dal digitale, un arte parallela, come l’acquaforte lo è con il disegno a matita.
Lo so, lo so, prima o poi comprerò un kit di sviluppo e ricomincerò, anche solo per far piacere a tutti quegli occhi azzurrati che mi aspettano in silenzio ma per ora non posso.
A presto e grazie,
Lorenzo Mannozzi
Livorno
Bellissimo esempio: la pellicola sta al digitale come l’acquaforte al disegno a matita!
Quando sarà il momento sarà pura emozione, ma questo lo sai già.
Grazie per questo scambio.
A presto!
Io non sono per niente ottimista e credo che i produttori alla lunga stiano gestendo male il prodotto pellicola.
Anche nel caso che uno sia un utilizzatore professionale (che si sviluppa da solo il negativo e non rischia così di incappare nei pessimi laboratori in circolazione) il prezzo per qualsiasi pellicola è esoso e da “cravattari” (chi è di Roma sa cosa vuol dire).
La vera forza del rotolino di pellicola, il messaggio sconvolgente che i più anziani di noi anno ricevuto e goduto anni fa, era la possibilità data a tutti di fare foto a prezzi contenuti unita alla praticità del supporto che andava su ogni macchina da 35mm con, alle volte gli stessi esatti mezzi dei grandi professionisti.
Se eri bravo, se il tuo negativo era cotto al punto giusto, per una giornata o due eri convinto di essere un vero fotografo.
Ora se non sei disposto a spendere molto e a svilupparti personalmente il negativo rischi di buttare inutilmente i soldi e di passare dopo pochi rotolini il costo di una digitale.
Sono schifato, non vedrò più la bellezza dell’uso delle amate diapositive nei miei corpi macchina in metallo massiccio, non mi piego a questi usurai, ogni cosa ha un prezzo per chi si guadagna i soldi lavorando onestamente e credo che alla fine molti, sfibrati da questi costi, lasceranno perdere defiitivamente la pellicola.
E’ come se tutte le case che producono macchine digitali facessero pagare i loro corpi 4 o 5 volte di più.
Piccola chicca:
Dopo tanto tempo che non facevo stampare le foto ho accettato l’offerta di un famoso marchio che si fa pubblicità in televisione e ho mandato l’ordine online per stampare 36 foto (il mio taglio è sempre quello..).
Risultato?
36 stampe tutte segnate da una striscia di luce trasversale (rigate si sarebbe detto una volta) segno che anche nei laboratori moderni alla fine dei macchinari nessuno controlla cosa esce, proprio come anni fa.
Scusate il mio sfogo amaro ma credo che per i normali utilizzatori sia da tempo finito un periodo e che ora per forza si vada su un altro modo di fruire dell’immagine, un modo più social e meno tattile, niente più carta baritata, niente più cellulosa lucida, solo byte.
Saluti,
(Andrea ti seguo con invidia)
Lorenzo Mannozzi
Livorno
Caro Lorenzo, comprendo in tutto e per tutto il tuo rammarico! Il paradosso a mio avviso sta proprio in questo: da un lato abbiamo una “speculazione” commerciale comprensibile, dall’altro una mancata risposta adeguata a supporto di questa crescita. L’analisi di mercato e il comportamento delle aziende è comprensibile solo da un punto di vista commerciale ed economico… dopo essere arrivate quasi alla chiusura, questa inversione di tendenza, sta per così dire portando le aziende a forzare la mano a scapito delle nostre tasche. E’ anche vero tuttavia che sempre più spesso laboratori improvvisati rendono tale “processo” frustrante, distruggendo i “nostri investimenti” con sviluppi superficiali e privi di controllo.
Dopo una serie di rulli “LAVATI” probabilmente per uso improprio di sequenze di sviluppo o prezzi di sviluppo B&W oltre ogni limite di accettabilità, da diversi anni sviluppo da me il bianco e nero, abbattendo di molto i costi generali e trattandomi in House l’intero processo. Per il colore, continuo anche io ad affidarmi ancora a dei laboratori, testandoli prima con rulli da quattro soldi.
Per quanto il mondo sia digitale, a mio avviso, la pellicola rimane sempre altra cosa. Almeno da un punto di vista artistico ed autoriale.
Per gli altri usi.. be’… sarei un folle se utilizzassi pellicola per produzioni commerciali e di prodotto se non dietro motivazioni comunicative specifiche.
Potremmo dire che nonostante il fine apparente sia lo stesso in realtà pellicola e digitale sono due mondi paralleli, per approccio, pensiero, uso e diffusione.
Io esorto chi come te viene e apprezza questo mondo fatto di meccanica e chimica di non mollare, non dobbiamo lasciarci schiacciare dai prezzi e dalla superficialità dei laboratori,
credimi accanto alle speculazioni ci sono tanti lab fatti da amanti ed esperti che producono risultati di alto livello… serve solo cercarli e supportarli.
NON MOLLIAMO!
Grazie per aver speso il tuo tempo per questo commento
Andrea
Grande Andrea, é chiaro che il mercato della pellicola tira e i produttori aumentano i prezzi. In genere chi vende ha sempre ragione e da utilizzatore se dal punto di vista economico sono infastidito da un punto di vista fotografico sono contento perché questo potrebbe invogliare a migliorare la “catena” dello sviluppo per stampare foto di qualità in tutti i sensi.
Concordo in tutto… al di la de prezzi c’è da essere fiduciosi dal punto di vista del miglioramento della “catena” dello sviluppo 😉