Una delle cose che mi piace fare maggiormente quando sono in strada è frapporre strutture urbane alle scene di vita quotidiana.
In street photography ci sono due modi di intendere l’interposizione di oggetti:
la giustapposizione e la frapposizione.
Per quanto simili nella definizione questi due approcci sono molto differenti tra di loro: “giustapporre”, significa accostare tra loro due oggetti spazialmente diversi in modo da farne apparire uno solo o per legarli in una relazioni surreale; “frapporre” invece significa utilizzare elementi diversi come parte integrante della propria composizione fotografica mantenendone tuttavia inalterata la loro dimensione.
Quando vidi le prime foto di Saul Leiter, rimasi letteralmente folgorato dal suo modo magistrale di frapporre gli oggetti, penso che fu allora che iniziai ad approfondire questo approccio nella costruzione di una scena. Oggi non vi è una session in cui non porto a casa almeno uno scatto fatto così.
COSA FRAPPORRE?
Ogni oggetto è buono, ogni elemento presente nella realtà è buono… posso certamente dire che sono alla ricerca di quegli elementi che solitamente vengono intesi come elementi di disturbo, mi piace osservare attraverso, mi piace utilizzare le linee degli oggetti per creare composizioni un po’ più interessanti, mi piace raccontare la realtà mostrandola come un osservatore esterno che si limita a fermare attimi di vita quotidiana.
Un vetro bagnato, un bicchiere, una vetrina sporca, un palo, una fiancata di un autobus, un’impalcatura, il cappotto della persona davanti a voi.. ogni cosa può divenire l’oggetto giusto da frapporre.
La cosa che mi affascina di più, è che questi elementi di disturbo in realtà alla fine rafforzano le scene, le rendono più efficaci e stranamente contribuiscono in modo deciso, attraverso le loro linee, a guidare lo sguardo dell’osservatore finale per poi sparire e passar inosservati.
Alla prossima.
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