“Osserviamo secondo esperienza; il nostro pensiero, la nostra visione è influenzata da ciò che abbiamo fatto e letto, da ciò che abbiamo sperimentato nella vita, insomma da ciò che noi siamo, ecco perchè un gruppo di 12 persone in giro per la medesima città nel medesimo, momento e per le medesime vie, vede ed osserva in modo differente.”
Ecco quale considerazione e consapevolezza mi ha lasciato L’ISP EXPERIENCE di Siracusa (Sicilia); andiamo per gradi…
.. quando Angelo Cucchetto, CEO di Italian Street Photography, mi chiamò anticipandomi CITIES, esclamai WOW! FUNZIONERA’!
Sono autore di ISP (Italian Street Photography) dalle origini di questo progetto e sono già passati 3 anni. All’epoca la street photography in Italia era ancora poco conosciuta alle masse, fotostreet.it e qualche altro blog italiano parlavano ad una stretta cerchia di lettori, iniziavano ad uscire i primi superficiali “manuali di street” e qualche casa fotografica rinasceva, puntando sulla riscoperta di un minimalismo funzionale che portava il processo fotografico ad una apparente essenzialità (la scoperta dell’acqua calda secondo alcuni ndr)
Il progetto Cities, è una sorta di sperimentazione editoriale, in cui viene data voce e spazio ad amatori e professionisti locali, i quali, cimentandosi in un genere nuovo, vengono guidati da mentori (gli autori di ISP, me compreso) nella interpretazione in chiave street della città prescelta. Un format editorialmente rischioso e poco prevedibile che, inaspettatamente, ha avuto un’ottima adesione.
Il primo volume, dalla splendida copertina, ma con una veste grafica poco moderna e piccole sviste di stampa, ha avuto un successo inaspettato, tanto da portare nel giro di pochi mesi ad un secondo numero, in cui una mia foto, scattata proprio di ritorno dalla prima produzione, ne è divenuta copertina.
CITIES VOL.2
Per il secondo numero ho avuto il piacere di guidare un gruppo di amatori e professionisti per le vie di Siracusa (Sicilia) cercando di trasmettere quella visione alternativa di una città spesso rappresentata da scontati stereotipi culturali e paesagistici.
La street o meglio l’approccio street è qualcosa di dirompente, inaspettato, emozionante. Grazie anche al workshop tenuto la settimana prima della session di produzione, i partecipanti hanno espresso un’energia ed una voglia di mettersi in gioco veramente rara. La condivisione delle esperienze avvenuta durante il workshop e durante la session di produzione ha permesso ad ognuno di esprimere la propria visione senza alterare o forzare le proprie inclinazioni; questo è stata una ulteriore comprova del fatto che
CONDIVIDERE PORTA AD UNA COMUNE CRESCITA SIA UMANA CHE ESPRESSIVA
EFFETTO ADRENALINA
Del resto osserviamo secondo esperienza; il nostro pensiero, la nostra visione è influenzata da ciò che abbiamo fatto e letto, da ciò che abbiamo sperimentato nella vita, insomma da ciò che noi siamo.
Ecco perchè un gruppo di 12 persone in giro per la medesima città nel medesimo momento e per le medesime vie, vede ed osserva in modo differente, ecco perchè, in un gruppo di persone che decide di fare street photography, si innesca la voglia di ricercare e saperne sempre più, ecco perchè quando un gruppo di persone è mosso da pura emozionalità espressiva priva di arrivismi e lucro, la FOTOGRAFIA emerge nella sua più nobile espressione artistica e comunicativa.
E allora, si inizia a parlare di libri, autori, tendenze, visioni… si creano gruppi di confronto, i mezzi fotografici perdono d’importanza lasciando spazio alla voglia di “prendere una fotografia” secondo la propria idea di strada. Si inizia ad osare e rischiare, ci si mette in gioco, si diventa maggiormente partecipativi.
I RISCHI?
Tanti… troppi! In primis c’è il rischio di ricercare l’eclatante a scapito del contenuto, c’è il rischio di subire e soccombere al fascino dei cliché, c’è il rischio di emulare annichilendo la propria identità o sposare cause non pienamente condivise per l’amor dell’apparire. Forse il rischio maggiore è quello di perdersi o meglio perdere la propria visione e il proprio percorso puntando sulla forma piuttosto che sul contenuto.
Perchè hai scattato questa foto? Perchè hai deciso un determinato taglio? Dove sta il messaggio che vuoi passare? E’ tale messaggio è coerente con la tua visione del mondo?
Ecco semplici domande che spesso non trovano risposte. La foto candid… ci sta, le assonanze cromatiche ci stanno, lo stesso esercizio di stile (come del resto lo è la foto da me scattata finita in copertina) ci può stare… ma alla lunga tutto ciò se ripetuto, se non legato da un filo conduttore perde di potenza diventando solo una delle tante silenziose immagini che scorrono nella vita di ogni giorno davanti ai nostri schermi.
Siate “affamati di visioni”, ma di visioni che “nutrono”, sforzatevi sempre di chiedervi il “perchè scattate”, partite sempre da un’idea, un messaggio e sfruttate la vostra capacità fotografica per comunicarlo. Se poi il vostro approccio sarà “street” qualcuno vi chiamerà street photographer, tutto il resto è “fotografia”.
Dunque SIATE VOI STESSI!
Ogni foto è interessante e meritevole di attenzione e del dovuto rispetto, se comunica e parla non solo con la testa ma anche col cuore del suo autore.
Per chi si trova dalle parti di Milano la fine di Novembre ecco due date da non perdere:
29 novembre, Presentazione CITIES 2 a Milano presso Officine Fotografiche, vedi Presentazione-ufficiale-CITIES2_Officine-Fotografiche
24 novembre/21 dicembre Mostra CITIES presso Spazio Tadini, vedi Cities-exhibition da Spazio Tadini
Partecipate, condividete, fotografate.
Buona Street a tutti voi
Andrea