Skip to main content

Da quando ho fondato fotostreet.it ne è passata di acqua sotto i ponti. All’inizio la street photography sembrava cosa di pochi e quei pochi venivano considerati dei folli che volevano far passare per buone fotografie apparentemente fatte a caso. Poi anche in Italia, sulla solita spinta esterofila, qualcosa ha iniziato a muoversi e la fotografia di strada ha iniziato ad essere letta in modo diverso…

GUS POWELL - DE-GENERAZIONE - GoodBye IN-Public - fotostreet.it
photos by Gus Powel (co-founder of in-public)

GENERAZIONE

Gli streepher iniziarono dunque ad uscire dalle loro tane, ad unirsi in gruppi e collettivi mossi da una fortissima voglia di confronto costruttivo e divertimento, di socialità e cultura…

In strada si sperimentava, si osava, ci si divertiva. Le immagini raccontavano la daily life nella sua piena banalità rendendo straordinario l’ordinario.

EVOLUZIONE

Riviste online iniziavano ad “educare” ad una lettura diversa delle immagini, portali online iniziavano a muovere i primi passi e i grandi gruppi di sempre come in-public mostravano al mondo cosa è street e quale pensiero induce il fotografo di strada a scattare.

nel frattempo il mercato fiutava l’affare e si iniziavano a creare ambassador, mentori, nuove fotocamere street.

Amatori che producevano immagini street senza saperlo, presero consapevolezza e spiccarono il volo

Amatori, che in strada avevano solo parcheggiato l’auto, iniziarono a cavalcare l’onda e a sporcare i principi di base di un modo di essere.

Guide, manuali, siti web, premi, concorsi…sempre più fotografi, dopo una più o meno sommaria pratica in strada, iniziarono a specularci sopra, proponendosi come esperti di street, pronti per workshop, zine, conferenze e partecipazioni in giurie…

tanto che ci vuole… scendi in strada e fotografi come hai sempre fatto… magari la fai storta, magari tagli un piede, una testa o chiudi le ombre, flashi quanlcuno a caso per strada… contenuto? Ma chè! Comunicazione? Ma che? Messaggio e Pensiero? Ma che!

Ricordo ancora di un noto concorso italiano che dopo aver inserito la “categoria street” si trovò in difficoltà nella lettura delle immagini… cambiando e ricambiando la categoria anche dopo l’assegnazione dei premi…

Nel frattempo, gli street photographer vecchi e quelli che avevano preso consapevolezza di cosa fosse la loro fotografia, continuarono a produrre ed affinare la loro visione, inorridendo delle speculazioni di marketing e delle immagini che per costruzione, approccio e forma venivano considerate street senza esserlo nell’essenza.

DEGENERAZIONE

Col tempo i dibattiti iniziarono a spostarsi su ciò che è e ciò che non è street, si cercò nella forma, si cercò nell’estetica, ognuno iniziava a dare la propria definizione spesso in contrasto con quella degli altri… e allora iniziarono tutti a litigare…

E dunque se eri in un collettivo, in un gruppo, in un club, in un condominio diverso eri un “competitor” che doveva essere annichilito, schernito, massacrato. La caratteristica tendenza associativa e democratica della street photography iniziava a venir meno… arrivava l’interesse personale e la speculazione.

Street erano non più quelle foto che “puzzavano di strada” ma quelle immagini prodotte dall’influencer di turno che attraverso un numero elevato di follower, riusciva ad influenzare scelte di mercato come la vendita di macchine fotografiche, il sold-out di workshop e la promozione di Brand ben paganti.

E allora la purezza dell’approccio, la spontaneità della composizione, la reale istantaneità dei momenti ha lasciato spazio ad una valanga di clichè spesso surreali, incapaci di comunicare e trasmettere agli altri la visione o il pensiero del fotografo. Clichè che se curati bene, da curatori esperti, o se venduti con fragore mediatico, uscivano fuori come OPERE da avere in libreria, nonostante prive di quel valore distintivo che un opera in quanto tale dovrebbe avere.

E col tempo… il valore, il messaggio, l’approccio, il sapore della strada ha lasciato spazio all’impatto, al numero di like e alla dirompente magnificenza del nulla.

FUTURO

Nel momento in cui scrivo, in-public, casa della street photography che da anni ispira noi piccoli folli che della street facciamo un modo di essere e di vivere il nostro rapporto con il mondo, mostra un popup con su scritto ARCHIVED

goodbye inpublic - DE-GENERAZIONE - GoodBye IN-Public - fotostreet.it

E già… quando il dibattito sulla purezza di un approccio fotografico degenera anche tra i suoi storici membri e fautori , è una naturale conseguenza arrivare ad un triste epilogo.

Leggere su Wikipedia: “In-Public era un gruppo internazionale di fotografi di strada che operava come collettivo. E ‘stato fondato nel 2000 da Nick Turpin con l’intento di riunire fotografi come mentalità per tenere mostre, produrre libri e condurre workshop e promuovere la fotografia di strada.” fa male! E ancora più male a chi ha fatto suo quel pensiero, a chi è fotograficamente cresciuto con i principi e la mentalità di questo collettivo, sognando, studiando e lasciandosi influenzare ogni giorno dalle sue visioni del mondo.

18 anni di ispirazioni, approcci e brillanti visioni unite dalla libertà democratica di azione e basate su un principio di trasparenza e veridicità fotografica spazzati via da una “de-generazione” di genere.

Per fortuna, la “moda della street” sta scemando, gli amatori occasionali a breve si sposteranno verso generi di tendenza alternativi e finalmente si ripiomberà in quel silenzio che ispira, lasciando nelle strade solo chi ha amato, ama e continuerà ad amare la fotografia di strada in quanto parte della sua stessa esistenza.

Nella speranza di una sua riapertura, per il momento GoodBye In-Public! Alla prossima
Andrea

7 Comments

  • Giuseppe Pons ha detto:

    Caro Andrea e pensa che c’è anche chi sponsorizza medie formato digitali per fare street Photography….. come sempre hai ragione!

  • Blake Andrews ha detto:

    Sorry about In-Public’s site. It is currently controlled and archived by Nick Turpin, against the wishes of the other members.

    • Andrea Scirè ha detto:

      Good Morning Mr Andrews, for me is a great honor to receive your comment. Thanks for your clarification!
      From the web I knew that the inclusion of a computational Street Photography staged as Street Photography had created a rift within the In-Public group.

      In my opinion, today, the lack of personal content, the lack of a personal vision and creativity, is taking to the degeneration of the street photography values; people ever more create fake street photos, to take more likes and have more social sharing and I Believe that only great groups like in-Public, made on great photographers with a common approach and an own vision, can give a very strong signal on what is a candid street photo.

      I Hope in a re-constitution of the in-Public’s native values, and of the collective all.
      From it I learned more about the world around me, and I understood better the direction of my personal travel.

      Thanks for your message.
      Thanks for your vision.
      Andrea

  • cianciosebastiano ha detto:

    Come sempre , i tuoi “semplici “ articoli riescono ad illustrare gli eventi nel modo più chiaro e diretto possibile.
    Stiamo parlando di fotografia di strada e come tale deve essere, rimanere integra nella sua essenza , possiamo cambiare il mezzo , ma la radice deve rimanere invariata .

    • Andrea Scirè ha detto:

      Grazie Sebastiano!
      Concordo con te, quando un palco radicale è solido anche l’albero che esso sostiene avrà grandi possibilità.

  • Marco ha detto:

    Mi piace leggere i tuoi articoli. Sempre molto interessanti. Mi cimento ogni tanto anche io. Complimenti
    Marco

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: